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Alternanza Scuola-lavoro, intervista esclusiva al sottosegretario Toccafondi

"Abbiamo la conferma che con l’Alternanza scuola-lavoro curriculare, lo studente fa scuola a tutti gli effetti"

gabriele toccafondiROMA – L’intervista a Gabriele Toccafondi, Sottosegretario all’istruzione, è la ‘voce’ del Miur che si inserisce, arricchendo, l’ampia inchiesta sull’alternanza Scuola lavoro condotta, proprio nell’ambito del progetto, presso l’Agenzia di Stampa Dire e in sinergia con diregiovani.it da Edoardo Petricca e Valerio Martiello, giovani studenti del  Liceo Giulio Cesare di Roma.

E’ possibile quantificare gli studenti coinvolti? Quali  i costi che l’alternanza ha richiesto per questo primo anno di attivazione e se ci sarà un incremento per il prossimo anno.

Cominciamo dai numeri: i primi dati rilevati in corso d’anno, evidenziano un incremento importante del numero degli studenti impegnati in attività di alternanza, dalle prime rilevazioni (Novembre) risultavano 720.000 (il 27,35% del totale degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado) di cui 529.000 circa iscritti nelle classi terze, per i quali l’alternanza assume il carattere di obbligatorietà. A regime, l’attività di alternanza scuola – lavoro coinvolgerà circa un milione e mezzo di studenti. Come previsto dalla riforma (107/2015, commi 33-34), sono destinati 100 milioni all’anno alle singole scuole per attivare ed effettuare i percorsi di alternanza. Ad ora  gli 8/12 del totale sono già stati assegnati ed erogati ai singoli istituti, questi fondi sono stati stanziati a partire dall’anno scolastico appena concluso in vista degli anni successivi.  In aggiunta è stata molto significativa l’apertura del finanziamento PON per la scuola (COMPETENZE E AMBIENTI PER L’APPRENDIMENTO), che ha permesso alle istituzioni scolastiche di tutto il territorio nazionale di accedere ai fondi per l’alternanza scuola lavoro. Ed ancora, per l’anno 2015, è stata prevista una dotazione pari a 19 milioni di euro, da ripartire in proporzione tra il numero degli alunni iscritti nelle classi terze, quarte e quinte in ciascuna regione e ordine. Aver individuato e stabilito di stanziare dei fondi specifici per l’alternanza fa capire quanto questa novità sia un aspetto molto importante della riforma e quanto sia importante per il Miur.

 Dai dati già raccolti dal Miur, è possibile un primo giudizio sul progetto

I dati fin qui raccolti sono positivi ed incoraggianti, ma ciò che ci rende maggiormente fiduciosi e ci fa riscontrare un feedback positivo sull’alternanza sono i dialoghi ed i racconti di voi ragazzi. Dai vostri giudizi abbiamo dedotto le migliori valutazioni; ascoltando le vostre esperienze abbiamo capito che fare l’alternanza è scuola a tutti gli effetti e questo è  il miglior giudizio che noi possiamo ricevere. Abbiamo, così, la conferma che con l’Alternanza  scuola-lavoro curriculare,  lo studente fa scuola a tutti gli effetti ma utilizzando un nuovo metodo quello della conoscenza diretta realizzando una felice combinazione tra gli aspetti culturali del “sapere” e gli aspetti concreti del “saper fare”, scoprendo le proprie attitudini e acquisendo competenze che saranno fondamentali per affrontare il mondo del lavoro. E’ scuola a tutti gli effetti ma con metodologia nuova. La scuola è luogo di conoscenza per eccellenza e questa resta ma con l’alternanza a questa si affianca la competenza ovvero il “saper fare” e questa avviene studiando sui libri facendo i compiti, andando nei laboratori e appunto facendo alternanza.

Secondo il sondaggio di un sito internet che si occupa di scuola, il 15% dei licei non ha ancora attivato il programma. Questo non rischia di generare delleMIUR discriminazione tra gli studenti, vista l’obbligatorietà del progetto?

Nessuna discriminazione. L’obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro rappresenta una rivoluzione copernicana che ha l’obiettivo di incrementare la capacità di orientamento di voi studenti, favorendo l’ingresso nel mondo del lavoro. Sono i singoli istituti in piena autonomia (didattica e organizzativa), che possono scegliere di attivare percorsi nel triennio, propedeutici o specifiche modalità per l’avvio al percorso di alternanza, spalmando negli anni successivi, l’attività presso le determinate strutture. Consapevoli del grande passo che chiediamo alle scuole, agli insegnanti e agli studenti, abbiamo messo in campo vari strumenti di supporto per questo passaggio importante: risorse finanziarie, semplificazioni per le imprese (consentendo di fare a scuola i corsi sulla salute e sicurezza necessari ai ragazzi per operare in azienda durante i periodi di alternanza), e in particolare, pensando ai Licei, l’ampliamento delle possibilità di fare alternanza presso settori come istituzioni artistiche, museali e culturali, con i quali abbiamo attivato, come Ministero, Protocolli e Intese per facilitarne il raccordo. Dopo decenni e decenni di immobilismo sul tema dell’alternanza sappiamo che ci vorrà del tempo per portare a regime questa novità, nessuno ha la bacchetta magica e può cambiare le cose in pochi secondi, ma detto questo affrontiamo i problemi aiutiamo a superare i problemi e andiamo avanti.

Dai dati raccolti per la nostra inchiesta, abbiamo notato che alcuni studenti si sono lamentati per aver svolto mansioni non consone all’attività scelta. In questo caso, come può lo studente “difendersi” e che cosa intende fare il Miur davanti a questi episodi?

Prima di tutto è fondamentale che i ragazzi raccontino ai loro tutor quella che è la loro esperienza diretta, in modo tale che, anche durante il percorso di alternanza, si possa aggiustare il tiro per migliorare l’esperienza. Oltre a questo però, per la buona riuscita dei percorsi di alternanza, è fondamentale la presenza di alcuni elementi indispensabili di coordinamento e di co-progettazione condivisi: un accordo tra i soggetti (scuola/impresa), la progettazione dell’intero percorso, la coerenza con il Piano dell’Offerta Formativa della scuola, la valutazione congiunta dell’attività svolta dallo studente da parte del tutor interno ed esterno. Questo elementi il MIUR ha emanato la guida “ATTIVITÀ DI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO GUIDA OPERATIVA PER LA SCUOLA”. Come Miur siamo pronti a sviluppare poi nuovi accordi, o protocolli con soggetti nazionali per dare opportunità alle singole realtà territoriali.

Alla luce dei dati raccolti, il MIUR ha intenzione di apportare miglioramenti al progetto? E se sì quali?

Saranno molto importanti i risultati che riscontreremo dalle azioni di monitoraggio (quantitativo e qualitativo) determinanti per il lavoro che il “Comitato per il monitoraggio e la valutazione dell’alternanza scuola-lavoro” istituito a livello nazionale, effettuerà per individuare nelle diverse realtà territoriali, la validità e la coerenza dei percorsi di alternanza scuola lavoro attivati. Da questo lavoro emergeranno quegli aspetti specifici che saranno da migliorare. In questo processo sarà importante il ruolo del dirigente scolastico che, al termine di ogni anno scolastico, redigerà un’apposita scheda di valutazione delle strutture con le quali sono state stipulate convenzioni, evidenziando la specificità del loro potenziale formativo e le eventuali difficoltà incontrate nella collaborazione. 

Edoardo Petricca e Valerio Martiello,

Liceo Giulio Cesare di Roma

2016-07-05T18:05:44+02:00