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Belize, il governo dice stop ai test sismici in mare aperto

Un momento di tregua per la barriera corallina più lunga dell'emisfero settentrionale

Oceani Barriera CorallinaROMA – Un momento di tregua per la barriera corallina più lunga dell’emisfero settentrionale.
Fonti governative del Belize hanno annunciato la sospensione dei test sismici in mare aperto previsti dal piano di sviluppo petrolifero off-shore nella regione.
Si tratta di un primo successo dell’intensa campagna WWF che ha coinvolto in questi mesi un’ampia parte della società civile in tutto il mondo.

Per condurre un sondaggio sismico, flussi di aria compressa o onde sonore mirate vengono inviati verso il fondo del mare per accertare la presenza di idrocarburi, con forti impatti sulla vita delle specie marine.

Una prima prospezione era stata avviata mercoledì 19 ottobre, un giorno prima di quanto fosse stato annunciato pubblicamente; ed era programmato in una zona di mare distante poco più di un chilometro dalla fragile area considerata Patrimonio Mondiale. Poi il governo del Belize il giovedì ha chiesto ai tecnici di “cessare immediatamente le operazioni.”

“La nostra barriera corallina è un luogo estremamente importante per gli abitanti del Belize. Operatori turistici, pescatori, sportivi subacquei e ambientalisti, tutti riconoscono il suo enorme valore naturale e i benefici che questo luogo offre alla nostra economia “, ha detto Nadia Bood, Belize, ricercatrice del WWF – “Accogliamo con favore la notizia della sospensione da parte del governo del Belize e dell’intenzione di avviare una consultazione più ampia.

Quella di proseguire con queste operazioni, ignorando i danni potenziali per la vita del mare e il sostegno che la barriera corallina fornisce alle popolazioni, è stata una cattiva decisione. La sospensione è stata una buona scelta, ma fino a quando non vi sarà una legge che impedisce questo tipo di attività in mare aperto, questo luogo sarà sempre a rischio”

La ricerca del WWF

Una ricerca commissionata dal WWF ha rilevato che la fonte di reddito di 190.000 persone, oltre la metà della popolazione del Belize, deriva dal turismo e dalla pesca. L’analisi ha inoltre stimato che disinquinare l’area dopo una fuoriuscita di petrolio in mare aperto costerebbe almeno 280 milioni di dollari, il 15 per cento del PIL annuale del paese.

La Belize Tourism Industry Association ha detto di essere preoccupata “per il potenziale impatto negativo dell’esplorazione petrolifera sui nostri settori del turismo e della pesca” – aggiungendo che “Un danno irreversibile alle nostre risorse marine potrebbe impattare negativamente l’industria del turismo, che è il pilastro dell’economia del Belize, così come le condizioni di vita di tutti i Belizeans che direttamente e indirettamente beneficiano del turismo”.

Il WWF ha denunciato come un disastro ambientale dovuto alla fuoriuscita di petrolio in Belize possa causare danni agli ecosistemi marini e costieri lungo la fascia mesoamericana del sistema di barriere coralline, che include anche Messico, Guatemala e Honduras.

Il WWF avverte che la barriera corallina del Belize, come tutti i siti Patrimonio Mondiale UNESCO, appartiene a tutti e il governo di questo paese ha l’obbligo di proteggerlo per le generazioni future.

Il Comitato UNESCO per i Siti Patrimonio Mondiale, insieme a cittadini dei 192 paesi che lo rappresentano, si aspettano che il Belize approvi presto una normativa che restringa il campo di manovra delle prospezioni petrolifere off-shore.

Il WWF ringrazia i cittadini del Belize e i sostenitori che in tutto il mondo hanno manifestato al governo le loro preoccupazioni. Oltre 160.000 persone hanno già chiesto al primo ministro di proteggere il sito. E’ questo il momento giusto per continuare a chiedere normative severe e la salvaguardia della barriera corallina del Belize.

2017-05-09T16:02:02+02:00