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Qualità della Ricerca dati Anvur. Minor distacco tra gli Atenei Nord/Sud

Resi noti i dati sul Sistema Universitario e della Ricerca che determineranno la premialità

20 Dicembre 2016

Qualità della Ricerca dati AnvurROMA – Resi i noti i risultati della Valutazione della Qualità della Ricerca degli Atenei italiani. I risultati della VQR saranno utilizzati per ripartire tra le università la parte premiale (1,4 miliardi) del Fondo di Finanziamento Ordinario per il 2016. La ricerca è stata effettuata dall’Anvur, Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca.

Qualità della Ricerca i dati Anvur, l’Università in rimonta

“L’università italiana si è messa in moto convergendo verso uno standard comune e più elevato della qualità della ricerca. In media, gli atenei che avevano un livello della qualità della ricerca relativamente basso si sono rimboccati le maniche e, se non hanno scalato posizioni, almeno hanno ridotto lo svantaggio”, così nella nota di presentazione dei dati VQR realizzati dall’Anvur. Ad essere analizzata la produzione scientifica delle università italiane tra gli anni 2011 – 2014. I risultati della ricerca saranno utilizzati per ripartire tra le università (statali e non statali) la parte premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per il 2016 .

Qualità della Ricerca, un anno e mezzo di lavoro

“Un lavoro durato 18 mesi in cui 450 super esperti, coadiuvati da 14.000 professori e ricercatori, hanno valutato oltre 118.000 lavori realizzati da circa 65.000 tra professori e ricercatori, impiegatiQualità della Ricerca dati Anvur in 132 strutture tra università, enti di ricerca e consorzi interuniversitari. “Si vede con chiarezza che l’esistenza stessa della VQR, quindi il sapere a priori che il lavoro di ricerca sarà valutato, ha orientato l’azione delle università: rispetto alla prima VQR, conclusa nel 2013 che considerava i lavori scientifici realizzati nel periodo 2004 – 2010, c’è un a convergenza”, – dichiara Andrea Graziosi , presidente ANVUR. “La prima Valutazione aveva fotografato la ricerca universitaria dopo un periodo di oltre vent’anni senza un sistema di valutazione comune, con il risultato che ogni ateneo aveva seguito regole proprie e il sistema si era mosso in ordine sparso, con profonde differenze”.

Qualità della Ricerca, le differenze tra gli Atenei si riducono

“Oggi, invece, prosegue Graziosi, vediamo che le differenze tra atenei si riducono e tutto ci fa pensare che la qualità media del lavoro delle università si sia innalzata. Si può, dunque, ipotizzare che gli esercizi di valutazione abbiano raggiunto uno degli obiettivi che si erano prefissati: favorire una convergenza verso un o standard comune e più elevato della qualità della ricerca. Certamente, si tratta solo di un primo passo in un per corso lungo e complesso ma, per semplificare, possiamo dire che la macchina è stata messa in moto, come dimostra anche il miglioramento nella qualità del reclutamento della docenza ”.

Più qualità, il calcolo della premialità

La differenza percentuale tra IRAS1- principale indicatore della qualità della ricerca utilizzato nella VQR dato dal rapporto tra la somma dei punteggi ottenuti dalla singola università in un’area scientifica e la somma dei punteggi di tutte le pubblicazioni valutate nella stessa area scientifica – e la dimensione dell’ateneo misura la qualità relativa della ricerca dei singoli atenei. Se la differenza è positiva, la qualità della ricerca è superiore alla media e l’ ateneo riceverà una quota di finanziamenti superiore al suo peso nel sistema universitario (in termini di addetti). Se la differenza è negativa, l’ateneo riceverà di meno. Comparando la distribuzione dell’indicatore IRAS1 del la precedente VQR con quello della VQR attuale, emerge una netta diminuzione delle differenze di qualità tra università. La distribuzione è ora molto più concentrata attorno al valore medio. In altri termini, a 4 anni di distanza dal primo esercizio di valutazione, le università italiane appaiono molto più vicine tra loro in termini di qualità della ricerca rispetto al passato.

Qualità della Ricerca, distribuzione dei fondi più omogenea

E siccome ai risultati dell’indicatore IRAS1 è associata la ripartizione di circa il 60 per cento della quota premiale, anche la distribuzione delle risorse premiali sarà più omogenea. Se tutti gli atenei avessero una performance media identica, la distribuzione dei fondi rispetterebbe un semplice principio procapite e nessun ateneo risulterebbe avvantaggiato o penalizzato.

Qualità della Ricerca, la nuova VQR per area geografica

Si riducono le differenze nella qualità della ricerca tra le diverse aree geografiche. Gli atenei delle isole e del sud, che nella precedente VQR mostravano un forte distacco rispetto alle università settentrionali, in questi anni hanno fortemente ridotto il gap. Per questo motivo, il dato in termini assoluti appare ancora negativo rispetto alla media, ma l’elemento su cui focalizzare l’attenzione è il miglioramento qualitativo che gli atenei meridionali sono stati capaci di realizzare, avvicinandosi ai primi.

2016-12-20T11:06:38+01:00