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“Poletti, rendi l’Italia attraente”. L’appello di Manuela, giovane italiana a Liverpool

"Non tutti sono cervelli in fuga" ma il mercato del belpaese non incoraggia a restare. Nè a tornare.

20 Dicembre 2016

ROMA – Tra gli italiani che vanno all’estero “non tutti sono cervelli in fuga. Sicuramente, pero’, ci sono laureati e moltissime menti che vengono praticamente “rigettate” dal mercato del lavoro italiano. Cosi’ come c’e’ chi resta in Italia per scelta, nonostante le scarse opportunità”. Lo dichiara a Diregiovani Manuela Musella, 29 anni, arrivata a Liverpool da Napoli lo scorso febbraio ed impiegata per la compagnia Bosch come addetta ai clienti per il mercato francese. 

Manuela e’ un’italiana con la valigia: ha viaggiato per formazione e per lavoro. Nel 2009 e’ stata a Parigi, nell’ambito di un’esperienza Erasmus, poi la laurea magistrale in Sviluppo e Cooperazione Internazionale, conseguita con soddisfazione all’Orientale di Napoli nel 2011. Nel 2013 Manuela era in Armenia per il Servizio Volontariato Europeo e nel 2014 di nuovo in Francia, in Alsazia, presso una ong locale per un tirocinio promosso dalla misura Leonardo. Una mobilità “sempre finanziata da fondi europei”, sottolinea la giovane napoletana, che aggiunge: “Forse Poletti dovrebbe esprimersi di piú su come investire sulle eccellenze italiane e come fronteggiare il pericoloso trend che ha visto salire l’anno scorso il numero degli emigrati italiani, cervelli in fuga e non, rispetto a quello dei nuovi immigrati in Italia”. C’e’ da investire sui giovani italiani e “capitalizzare gli investimenti fatti per la loro formazione”, anche mantenendo un dialogo con coloro che lasciano l’Italia, per un periodo o per la vita. Ed in questo senso anche la burocrazia ha la sua parte. “Sono 6 mesi – ironizza Manuela – che la mia domanda Aire e’ ferma all’ambasciata italiana a Londra…”.

2016-12-20T17:51:28+01:00