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Ricerca: al Miur convenzione per radiotelescopio più grande del mondo

ROMA – Nasce oggi al Miur lo Square kilometre array observatory (Skao), di fatto la seconda organizzazione intergovernativa dedicata all’astronomia nel mondo, dopo l’European southern observatory (Eso). Compito dello Skao, sarà quello di supervisionare la costruzione del più grande radiotelescopio del mondo. La convenzione che ha istituito l’Osservatorio è stata firmata oggi nella sede del […]

ROMA – Nasce oggi al Miur lo Square kilometre array observatory (Skao), di fatto la seconda organizzazione intergovernativa dedicata all’astronomia nel mondo, dopo l’European southern observatory (Eso). Compito dello Skao, sarà quello di supervisionare la costruzione del più grande radiotelescopio del mondo. La convenzione che ha istituito l’Osservatorio è stata firmata oggi nella sede del dicastero di viale Trastevere, dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e gli alti rappresentanti della Ricerca degli altri Paesi membri del progetto: Australia, Cina, Regno Unito, Portogallo, Paesi Bassi e Sud Africa. La firma giunge al termine di quattro anni di negoziati.

“Siamo particolarmente orgogliosi- ha detto Bussetti durante la presentazione al Miur- di firmare oggi, proprio qui, il trattato per la costruzione dello Ska Observatory. Una firma che giunge dopo lunghi negoziati, nei quali il nostro Paese ha avuto n ruolo da protagonista. L’intesa testimonia lo spirito di collaborazione che la ricerca scientifica riesce ad innescare fra Paesi e popoli del mondo, perché la scienza parla tutte le lingue del Pianeta, il suo linguaggio e il mondo intero”.

Ska sarà il più grande network di radiotelescopi del mondo, costituito da due reti di antenne e infrastrutture distribuite su tre continenti e in entrambi gli emisferi. Le due reti, composte da centinaia di antenne a parabola a media frequenza e da migliaia di antenne a bassa frequenza, saranno distribuite su una superficie di centinaia di chilometri in Australia e Sudafrica, mentre il quartier generale si trova già nel Regno Unito.

Le antenne di Ska saranno fondamentali per la fisica del XXI secolo e si uniranno a progetti come il James Webb Space Telescope della Nasa, il Large Hadron Collider del Cern, il rilevatore di onde gravitazionali Ligo e il reattore a fusione Iter. Il grande radiotelescopio Ska aiuterà gli scienziati a colmare lacune fondamentali nella nostra comprensione dell’Universo, consentendo agli astronomi dei Paesi partecipanti al progetto di studiare le onde gravitazionali e testare la teoria della relatività di Einstein in ambienti estremi, indagare sulla natura dei misteriosi lampi radio veloci, conosciuti anche come Fast Radio Burst (FRB), mappare centinaia di milioni di galassie e cercare segni di vita extraterrestre.

Per fare tutto questo saranno necessari due dei super computer più veloci del mondo, in grado di elaborare una enorme quantità di dati provenienti dai telescopi: circa 600 petabyte che dovrebbero essere archiviati e distribuiti alla comunità scientifica mondiale ogni anno. Praticamente l’equivalente dei dati provenienti da oltre mezzo milione di computer portatili.

Dalla fine del 2020, circa 700 milioni di euro di contratti per la costruzione di Ska verranno affidati ad aziende e industrie nei diversi Paesi membri del progetto, offrendo un importante ritorno economico sull’investimento iniziale e la formazione di un indotto costituito da spin-off industriali nei settori dell’astronomia e della ricerca scientifica e non solo. Oltre mille ingegneri e scienziati in venti Paesi sono stati coinvolti nella progettazione di Ska negli ultimi cinque anni, con nuovi programmi di ricerca, iniziative educative e collaborazioni per formare la prossima generazione di ricercatori.

“È un onore per l’Inaf rappresentare l’Italia nel progetto Ska- ha detto il Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Nichi D’Amico- Con questa firma il nostro Paese si conferma protagonista nel campo della ricerca astrofisica. Il nostro Ente è, infatti, uno dei pochi al mondo che possiede, al proprio interno, le risorse intellettuali e strumentali per osservare l’Universo a tutte le lunghezze d’onda, da terra e dallo spazio, coprendo l’intero spettro elettromagnetico. La comunità scientifica italiana avrà, grazie al progetto Ska, uno strumento formidabile per spingersi ancora più lontano nello studio del cosmo”.

2019-03-12T12:58:55+01:00