Un tappeto di stelle, calpestabile. Cinquanta metri di riassunto in alta definizione per mostrarci la via Lattea in tutto il suo sbrilluccichio. Ecco la foto che rende l’idea: ecco cosa fa Herschel. Spia per noi le nursery delle stelle, per farci capire come tutto ebbe inizio, e come tutto magari finirà. Insomma uno sguardo al passato e al futuro contemporaneamente. I risultati strabilianti di questo osservatorio orbitante da record sono stati al centro della cinque giorni di conferenze che ha chiuso oggi alla Pontificia Università San Tommaso D’Aquino di Roma
Con il suo specchio di 3 metri e mezzo di diametro (il più grande mai messo in orbita) Herschel ci fornisce una nuova visione della nostra galassia, nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso, puntando in particolare su quel delicato momento in cui si passa dalla polvere fredda che si addensa al riscaldamento che porta alla nascita delle stelle. L’evento, intitolato The Milky Way in the Herschel Era, ha permesso alla comunità mondiale di riunirsi per fare il punto sullo stato dell’arte. E di predisporsi così al prossimo lavoro di Herschel.
Con il suo specchio di 3 metri e mezzo di diametro (il più grande mai messo in orbita) Herschel ci fornisce una nuova visione della nostra galassia, nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso, puntando in particolare su quel delicato momento in cui si passa dalla polvere fredda che si addensa al riscaldamento che porta alla nascita delle stelle. L’evento, intitolato The Milky Way in the Herschel Era, ha permesso alla comunità mondiale di riunirsi per fare il punto sullo stato dell’arte. E di predisporsi così al prossimo lavoro di Herschel.
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