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Incredibile teschio a forma di “alieno” scoperto in Messico

ROMA – Potrebbe sembrare un’immagine tratta da un film di Ridley Scott, ma lo scheletro a cui si sono trovati di fronte un gruppo di archeologi in Messico, non ha niente a che vedere con alieni e la fantascienza. Nel cimitero del villaggio di Onavas, è stato tirovato un teschio di circa 1000 anni fa […]

19 Dicembre 2012

ROMA – Potrebbe sembrare un’immagine tratta da un film di Ridley Scott, ma lo scheletro a cui si sono trovati di fronte un gruppo di archeologi in Messico, non ha niente a che vedere con alieni e la fantascienza.
Nel cimitero del villaggio di Onavas, è stato tirovato un teschio di circa 1000 anni fa di una persona che soffriva di una deformazione cranica indotta.


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La scoperta è la prima nella regione che mostra la pratica di costrizione di un cranio per cambiarne la forma.
“La deformazione cranica nelle culture mesoamericane è stata utilizzata per distinguere un gruppo sociale da un altro e per scopi rituali” ha dichiarato l’archeologo Cristina Garcia Moreno, direttore del progetto di ricerca.

Il cimitero è composto da 25 persone, 13 delle quali hanno riportato una deformazione cranica e 5 hanno anche mutilazioni dentali.

Garcia Moreno ha condotto i lavori per conto della Arizona State University con l’approvazione dell ‘Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH).


Le mutiliazioni dentali scoperte si crede possano essere un rito di passaggio all’adolescenza.
“Ciò è confermato dai risultati del cimitero di Sonora, dove i cinque corpi con mutilazioni dentali hanno tutti all’incirca 12 anni di età.”
Secondo il team, l’elevato numero di bambini e pre-adolescenti ritrovati, dimostra i rischi elevati legati alla deformazione del cranio, che può uccidere con la forza eccessiva schiacciamento della testa.

Il ritrovamento è stato datato all’anno 943 dC da campioni prelevati da uno degli individui.

LA DEFORMAZIONE DEL CRANIO NELLA STORIA

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Conosciuta anche come costrizione o appiattimento della testa, la pratica è stata realizzata al fine di indicare l’affiliazione di un gruppo o per dimostrare lo status sociale.

La prima testimonianza scritta della deformazione cranica risale al 400 aC nella descrizione di Ippocrate delle Macrocefalie, ma si ritiene che anche l’uomo di Neanderthal potrebbe aver utilizzato la tecnica.

Si effettuava normalmente sui bambini perchè i loro crani erano facilmente modellabili.
Per creare l’effetto, delle tavole di legno venivano applicate al cranio con una pressione, generalmente a partire all’età di circa un mese, e quindi per i sei mesi a seguire.

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