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Scienza: le sfide vinte e perse nel 2012

Dai neutrini ai robot intelligenti, passando per Curiosity. Una panoramica delle sfide scientifiche del 2012

27 Dicembre 2012
Un anno fa, le aspettative per il 2012 erano parecchie: dal rarefatto mondo della fisica a quello sudato dello sport, ce n’erano di cose su cui stare attenti. Come sono andate? Mediamente bene, con l’inevitabile piccola amarezza qua e là. Vediamo un po’ che fine hanno fatto le scommesse che ci aspettavamo da quest’anno.

neutriniNeutrini: non sono più veloci della luce
Se l’anno scorso poteva ancora esserci qualche speranza per chi credeva di aver superato Albert Einstein in corsa, ora sappiamo che il limite di velocità resta inchiodato lì, solo a 299.792 chilometri al secondo. È stata una intensa telenovela sui neutrini dell’ esperimento Opera tra laboratori del Gran Sasso (Infn) e Cern, con politici che inventano tunnel, primi dubbi, Nobel che scendono in campo a controllare i risultati e infine il finale tragico, con tanto di dimissioni del capo dell’esperimento. La fantascientifica scoperta non era che un miraggio a cavallo di un cavo avvitato male. Ma non c’è troppo di cui lamentarsi: se non altro è stata una bella lezione su come funziona il metodo scientifico. E nel 2012 abbiamo scoperto che possiamo usare i neutrini per comunicare: non più velocemente della luce, ma attraversando roccia e muri come la luce non può fare.

Marte: ce l’abbiamo fatta
Un grandissimo successo invece l’ha avuto qualcosa di più lento della luce, ma che ha fatto un viaggio emozionante. Il rover Curiosity, il più grande e attrezzato mai mandato su un altro pianeta, è su Marte e ha già trovato tracce di fiumi, e forse (ma non lo sappiamo ancora con certezza) di molecole organiche. La sfida era la complicatissima manovra di atterraggio era una vera roulette russa: a ogni passaggio un errore avrebbe compromesso la missione. Ma dopo sette minuti di terrore, tutto è andato a posto. Una scommessa bellissima, vinta dall’ingegno della Nasa.



esopianeti abitabili potenziali vita catalogoUn gemello della Terra? Non ancora, ma…
Ci siamo vicini, tanto che ci eravamo già fatti prendere dall’entusiasmo, ma non l’abbiamo ancora trovato. Il 2012 è stato un anno ricco di soddisfazioni per i cacciatori di pianeti: non solo abbiamo scoperto il pianeta extrasolare più vicino alla Terra, attorno alla stella doppia Alfa Centauri, a poco più di quattro anni luce da qui: ma anche un altro pianeta con due soli e uno con nessuno, una super-Terra, un paio quasi vecchi come il Big Bang, uno forse tutto d’acqua, e addirittura uno con un nucleo di diamante. Però un vero gemello della Terra, delle stesse dimensioni e alla giusta distanza dalla stella per ospitare la vita come la nostra rimane ancora nascosto. Be’, almeno ora sappiamo dov’è nato Superman.

Bosone di Higgs, vince la fisica
Qui scommessa stravinta, in ogni caso. Al contrario del caso neutrini, i dati positivi si sono accumulati senza sosta per mesi e mesi, con conferme anche fuori da Lhc. Che quello scoperto sia proprio il bosone ipotizzato da Peter Higgs o qualcosa di più, la fisica dellebosone_higgs particelle ha vinto su tutta la linea. Mai questo campo esoterico e remoto della fisica, aveva attirato così tanta attenzione nei media.

E per un buon motivo. Con il bosone di Higgs (che prova dell’esistenza del più fondamentale campo di Higgs), va al suo posto l’ultimo pezzo che mancava al cosiddetto modello standard della fisica quantistica. Con il modello standard e la teoria della relatività, oggi per la prima volta possiamo – in linea di principio – descrivere matematicamente tutti i fenomeni fisici della vita quotidiana. Il che non significa che la fisica abbia finito il suo mestiere: tutt’altro, ci sono un bel po’ di domande a cui rispondere su come funziona l’Universo, e su alcune Lhc sta già dando filo da torcere ai fisici.


temperatura_cambiamenti_climaticiClima e ambiente: ancora una volta, troppo poco
Quando volete una botta di depressione, assistete a una conferenza internazionale sull’ ambiente: sembra questo il succo dell’ Earth Summit di Rio de Janeiro di quest’anno, 20 anni dopo Rio 1992. Unico risultato un magro documento non vincolante. Stessa insoddisfazione dalla conferenza di Doha sul riscaldamento globale. Notizie invece poco rassicuranti dal World Conservation Congress di Seoul, dove nel 2012 è stata stilata la nuova lista delle specie a rischio di estinzione: circa ottomila. Che non possiamo salvare tutte, ponendoci davanti a tragiche decisioni.

Nel frattempo l’ Ipcc conferma – almeno ufficiosamente – che il cambiamento climatico è opera nostra, e catastrofi come l’uragano Sandy sono potenziate sempre più dall’aumento delle temperature. Eppure, incredibilmente, ci è toccato vedere una campagna presidenziale americana che lo ha quasi totalmente ignorato. C’è da dire però che, se globalmente le emissioni aumentano, quest’anno gli Usa hanno toccato il minimo delle emissioni dal 1992. Segno che qualcosa si può ancora fare.

Intelligenza artificiale: ci stiamo arrivando?
Vi ricordate i racconti di Isaac Asimov? A quest’ora dovevamo avere robot con cui parlare (e da cui difenderci, magari), e invece eccoci qua, con i tablet e gli smartphone, tanti supercomputer, ma nessuna vera intelligenza artificiale con cui chiacchierare come un essere umano, come voleva Alan Turing,hydraulic_quadruped_robot nato proprio 100 anni fa. Si va avanti, però. Google ha creato un algoritmo capace di imparare autonomamente a riconoscere immagini: nel caso specifico, i gattini, ma non è un risultato sciocco. E finalmente abbiamo Spaun, un vero cervello artificiale, con tanto di due milioni e mezzo di neuroni: è ben lungi dall’essere un’intelligenza superiore (del resto, di deficienze artificiali ne abbiamo viste tante al cinema), ma nel suo piccolo ragiona come noi, e fa perfino i nostri stessi errori. Intanto filosofi e scienziati mettono le mani avanti: a Cambridge stanno ben pensando di studiare e prevenire i pericoli delle intelligenze artificiali. Matrix e Terminator ci hanno insegnato qualcosa, evidentemente.

pistorius_oscar.jpgAtleti e cyborg
Scommessa vinta, quest’anno lo sport è diventato un po’ bionico: la partecipazione di Oscar Pistorius a Londra 2012 è stata uno spartiacque irrevocabile. Non solo per i disabili (come il nostro grande Alex Zanardi), ma per tutti coloro che vedono il futuro dell’umanità nella modificazione tecnologica del nostro corpo, magari anche allo scopo di migliorare il mondo. Tanto che, dal lato sportivo, la manipolazione genetica a fini sportivi quest’anno ha iniziato ad avere entusiasti sostenitori. E forse sarà grazie ai videogames che potremo controllare le macchine con il pensiero. Non che il passaggio sia indolore: il 2012 ha anche visto il primo curioso episodio di razzismo anti-cyborg. Stai a vedere che aveva ragione Blade Runner.

(fonte: Wired)

2018-06-05T17:33:09+02:00