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Roboy: androide umanoide del Politecnico di Zurigo

Ha uno scheletro, i tendini e sa dire qualche parola. Presentato a Zurigo, uno dei robot più antropomorfi di sempre. Guarda i VIDEO e la GALLERY

ROMA – Roboy è il nuovo umanoide appena presentato a Zurigo a Robots on Tour, la fiera internazionale del settore ospitata dalla città svizzera. Il prototipo è stato progettato e assemblato dal team dell’ Artificial Intelligence Laboratory del Politecnico di Zurigo, guidato dal Prof. Rolf Pfeifer. Roboy, come è possibile vedere dalla immagini e dai rendering, è alto un metro e venti centimetri e ha fattezze molto simili a quelle di un essere umano. Specialmente la sua struttura interna è ispirata a quella dell’uomo: Roboy, infatti, è dotato di un vero e proprio scheletro, di muscoli e tendini robotici – in tutto simili ai nostri – che ne garantiscono i movimenti. Obiettivo dei ricercatori responabili di Roboy era infatti quello di creare un robot affidabile e facilmente integrabile in diversi contesti quotidiani, come l’assistenza agli anziani. Per assicurare queste funzioni, il prototipo doveva essere in grado di muoversi in modo equilibrato e omogeneo, senza gli "scatti" tipici dei movimenti dei robot che abbiamo visto fino ad ora.


"Roboy sarà il messaggero di una nuova generazione di robot che interagiranno con gli umani in un modo simpatico", ha dichiarato il Prof. Pfeifer alla Bbc in una recente intervista. Roboy, grazie soprattutto alla sua struttura, è infatti in grado di salutare, stringere la mano e dire qualche parola e fa di tutto per farsi benvolere. Secondo Pfeifer, Roboy potrebbe diventare anche uno standard per la produzione su larga scala di umanoidi, grazie a tecnologie sempre più diffuse come il rendering e la stampa in 3D. Ma prima che ciò possa diventare realtà, sarà necessario che gli esseri umani abbandonino i dubbi e le paure nei confronti degli androidi: e chi meglio del dolce e simpatico Roboy potrebbe farsi portabandiera di questo processo?


Un recente studio dell’Ue, per di più, ha dimostrato come gli europei siano generalmente favorevoli agli umanoiodi, quindi, state pronti alla vera invasione dei droidi, guidata, probabilmente, dall’amico svizzero. La gestazione di Roboy – e non usiamo questo termine a caso – è durata nove mesi: il porgetto, infatti,è stato lanciato lo scorso giugno dal Laboratorio di intelligenza artificiale zurighese, insieme a Konzeptagentur e la Technische Universität di Monaco e la partecipazione di investitori e aziende private, invitate a finanziare e partecipare alla progettazione di Roboy. Tutto il progetto, si può dire, è stato realizzato in crowdfunding: sul sito di Roboy, infatti, è stato possibile donare soldi per sostenere la creazione del robot ottenendo in cambio alcuni gadget (accorrete, la cartolina con l’impronta digitale del robot è ancora disponibile!), la possibilità di visitare il laboratorio o avere il proprio nome (o logo, nel caso delle aziende) stampato sul corpo di Roboy.


Per quanto riguarda il progetto della testa di Roboy, la componente che più ne esprime la "personalità" anche a una prima occhiata, la scelta del design è stata anche in questo caso affidata alla crowd, tramite una votazione che si è tenuta su Facebook, dove gli amici di Roboy hanno potuto scegiere il volto del robot per farlo apparire il più "umano" possibile. Inoltre ai movimenti cui accennavamo prima, fanno sapere da Zurigo, Roboy sarà anche capace di andare in bicicletta. Non lo amate già tantissimo?




Fonte: Wired  – Crediti per le immagini e i video: Roboy

2018-06-05T17:32:35+02:00