hamburger menu

Trovato cimitero di vampiri in Polonia

La scoperta è stata fatta da un gruppo di archeologi: la testa tra le gambe indicava un vecchio modo di dare sepoltura a persone accusate di vampirismo. FOTOGALLERY

Un gruppo di archeologi polacchi ha scovato alcune tombe di “vampiri”: gli scheletri avevano il cranio tra le gambe, esecuzione che veniva riservata a coloro che bevevano sangue, secondo la credenza popolare che, in caso di resurrezione, così non avrebbero potuto attaccare le persone. A chi veniva accusato di vampirismo venivano riservati trattamenti orribili: alcuni venivano decapitati, altri appesi alla forca finché la testa non si staccava dal corpo. A tutti, comunque, il cranio veniva posizionato tra le gambe durante la sepoltura. Secondo gli storici, questa pratica era piuttosto comune nei Paesi slavi, in particolare nei decenni che seguirono la conversione al Cristianesimo. E la definizione di vampiro fino al Medioevo era molto più ampia di quella che resta nel nostro immaginario: persino coloro che mostravano di essere ancora legati a riti pagani, per esempio lasciando cibo sulla tomba dei loro cari, potevano venire accusati di vampirismo. Una caccia simile a quella per le streghe, le cui conseguenze furono tragiche per migliaia e migliaia di persone in giro per l’Europa.


I resti di vampiri polacchi sono stati rinvenuti nei pressi di un cantiere edile, nel sud del paese, in una zona dove i ricercatori credevano di poter trovare i resti di soldati morti durante la Seconda Guerra Mondiale. Ora sarà complicato risalire all’anno della morte dei presunti vampiri dato che non c’è alcun elemento nelle tombe che possa agevolare il compito. L’ultima sepoltura di questo tipo fu registrata in Polonia nel 1914 nel villaggio di Stare Mierzwice, Masovia. [fonte: pianetabluenews]




Nel sud della Polonia un gruppo di archeologi sostiene di aver ritrovato un ‘cimitero di vampiri’. La raccapricciante scoperta è avvenuta a Gliwice, una cittadina vicina al confine con la Repubblica Ceca, e coinvolge quattro scheletri decapitati con la testa posizionata in mezzo alle ginocchia. Ed è proprio questo il segno che si sarebbe trattato di vampiri: posizionare così lo scheletro era un rituale antico per assicurarsi che il morto non tornasse in vita.
L’epoca e la sorte dei sepolti lasciano la strada aperta a diverse speculazioni, seppure testimonianze di comunità slave di tanto tempo fa suggeriscano che chi era accusato di vampirismo veniva decapitato o impiccato fino a che la testa non si staccava dal corpo.
Il dottor Jacek Pierzak, uno degli archeologi che ha partecipato al rinvenimento, ha dichiarato che gli scheletri sono stati trovati senza gioielli, cinture, bottoni o altri accessori distintivi, per cui risalire alla datazione della sepoltura "è molto difficile". I resti sono sotto osservazione per ulteriori studi, ma le prime stime parlano di morte avvenuta intorno al XVI secolo.
A differenza del conte Dracula, classica icona del mostro succhia sangue, la definizione di vampiro nel Medio Evo era molto più estesa. Le accuse di fraternità con i ‘non-morti’ erano particolarmente comuni quando i villaggi da pagani divennero cristiani, quando la conformità alle passate credenze alimentava i sospetti.
Il direttore del museo nazionale di Bulgaria, Bozidhar Dimitrov, sostiene che circa cento cadaveri di vampiri siano stati trovati nella zona negli ultimi anni. "Mostrano una pratica che era comune in alcuni villaggi bulgari fino al primo decennio del ventesimo secolo", ha spiegato. (Fonte The Independent)
2018-06-05T17:30:30+02:00