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Rosetta, il risveglio e’ vicino

La sonda lanciata dall'Esa verso la cometa 67P uscirà dallo stato di ibernazione tra 100 giorni...

18 Ottobre 2013
Il lungo inverno di Rosetta finirà tra 100 giorni. Il 20 gennaio 2014 è la data in cui la sonda lanciata dall’Esa verso la cometa 67P uscirà dallo stato di ibernazione. Il suo lungo viaggio nello spazio è cominciato il 2 marzo 2004. Dopo sette anni è arrivato il momento più difficile: quegli 800 milioni di chilometri oltre l’orbita di Giove. 800 milioni di chilometri di gelo. Per superarli Rosetta ha subito un processo di ibernazione e adesso è quasi arrivato il momento in cui la sonda deve risvegliarsi.
Quando questo succederà la prima azione sarà quella di scaldare gli strumenti di navigazione e ruotare su stessa per orientare la sua antenna principale verso la Terra. Gli scienziati non hanno la certezza dell’orario in cui questo accadrà, tuttavia ritengono che potrebbe succedere dopo le 18.45 ora italiana. Il momento è cruciale perché solo allora si saprà se la sonda ha superato indenne il disgelo e se le sue funzionalità sono intatte. Appurato questo, il viaggio dovrebbe essere in discesa. Rosetta percorrerà ancora nove milioni di chilometri e finalmente raggiungerà la ‘sua’ cometa. Le prime immagini utili del corpo celeste sono attese per il prossimo maggio e andranno a formare una mappatura completa di 67P. Su questa base verrà scelto il punto in cui avverrà lo storico primo sbarco sulla superficie di una cometa. Lì, Rosetta potrà lavorare per capire come nascono le comete, analizzarne il nucleo e la chioma e quale è la relazione tra la loro composizione e la materia interstellare. Tutte notizie utili per poter rispondere alla domanda delle domande: come si è formato il Sistema Solare.

– IL SENSO DEL TATTO PER LE MANI ARTIFICIALI
– IL CALDO ANOMALO DEL SOLE
– ADDIO AL #FUNKYPROFESSOR
– UN METEORITE DA MEZZA TONNELLATA

Rosetta resterà a bordo della cometa dopo essersi ancorata alla superficie con un sistema di viti di ghiaccio e arpioni non solo per continuare a inviare immagini in alta definizione, ma anche per eseguire analisi su materiale organico e ghiacci dopo averne trivellato la superficie. La minima distanza dal Sole sarà raggiunta nella prima metà di agosto 2015. La sonda continuerà a seguire l’attività della cometa per il resto dell’anno, mentre si allontana di nuovo verso la zona più esterna del Sistema solare. Un fattore cruciale per capire l’importanza di questa missione è proprio il tempo. Una permanenza così lunga sulla cometa è preziosa per capirne la composizione e quindi il rapporto con la formazione dei pianeti.


E, a proposito di comete, il prossimo incontro ravvicinato è atteso prima di Natale. Viaggia verso la Terra la cometa Ison, che il prossimo 28 novembre raggiungerà il perielio. In questo momento si trova a a circa 200 milioni di chilometri di distanza dal Sole e a 260 milioni dalla Terra. I telescopi hanno già catturato numerose sue immagini, che mostrano come la cometa sia all’apparenza sana. Il nucleo ha iniziato a sublimare e Ison diventerà sempre più brillante. Il primo ottobre è passata a un soffio dal pianeta rosso, trovandosi a circa 10 milioni di chilometri di distanza, e punta dritta verso il Sole alla velocità di 37 chilometri al secondo. Il momento del passaggio vicino alla nostra stella è cruciale. Ison, infatti, corre un grosso rischio. Passerà a meno di due milioni di chilometri di distanza dal Sole e potrebbe essere completamente distrutta dal calore. Se però Ison riuscirà a resistere a un passaggio così ravvicinato, sarà visibile anche durante il giorno, dando il meglio di sé tra il 6 e il 15 dicembre. Dovrebbe apparire poco dopo l’alba a destra del Sole, mentre per tutto il resto della giornata la cometa sembrerà sempre più vicina alla nostra stella fino a giungere nella sua posizione opposta. Per osservarla, naturalmente, gli occhi vanno protetti. Non per la luminosità di Ison, ma per quella del Sole, in direzione di cui bisogna guardare. Intanto, aspettando di scoprire se la cometa sopravviverà, gli astrofotografi tengono gli strumenti puntati verso il cielo per immortalarla mano a mano che diventa più visibile.

IL SENSO DEL TATTO PER LE MANI ARTIFICIALI
Il prossimo passo per chi ha una mano artificiale è riuscire a riconquistare il senso del tatto. I ricercatori della University of Chicago hanno condotto degli esperimenti sui macachi proprio per riuscire a dare di nuovo ai pazienti la possibilità di percepire il tocco di oggetti e di altre persone. Finora i segnali per gli amputati viaggiano solo dal cervello all’arto artificiale, ma si sta lavorando perché in futuro si possano impiantare nel cervello di chi ha perso l’uso degli arti superiori dei sistemi sensoriali, i quali riescano a ricreare il pattern di attività neuronale che si avvia con il senso del tatto. Lo studio, pubblicato su Pnas, ha fatto luce sui meccanismi cerebrali che elaborano le informazioni che arrivano dal tatto partendo dal momento della percezione e della manipolazione di oggetti.

IL CALDO ANOMALO DEL SOLE
La parola ‘fine’ ancora non è stata scritta, ma qualche passo avanti sul mistero del riscaldamento della corona solare è stato fatto. Nella nostra stella il processo di fusione nucleare riscalda il nucleo a 15 milioni di gradi. Allontanandosi il plasma si raffredda, fino alla temperatura di circa 6.000 gradi registrata sulla superficie. Ma la temperatura del gas nella corona, che è la parte più esterna dell’atmosfera solare, torna inaspettatamente a innalzarsi oltre il milione di gradi. Perché questo succede? Due astrofisici della Columbia University di New York hanno fatto delle osservazioni con lo strumento Extreme Ultraviolet Imaging Spectrometer a bordo del satellite giapponese Hinode e hanno stabilito che le onde magnetiche nel buco coronale polare contengono abbastanza energia per riscaldare la corona. I risultati sono molto importanti, ma, spiegano dall’Istituto nazionale di Astrofisica, "ci sono ancora dubbi. Tante, troppe, domande rimangono ancora aperte".

ADDIO AL #FUNKYPROFESSOR
Se ne è andato all’improvviso, a 50 anni. Marco Zamperini è morto il 14 ottobre, lasciando soli milioni di nativi digitali e di analogici che grazie a lui hanno capito la Rete. In Italia Zamperini era considerato un vero guru della cultura digitale. E’ stato lui ad aver installato i primi server Netscape e poi a seguire tutta la crescita di Internet, prima come capo della tecnologia presso Etnoteam, poi a Valueteam e infine alla Ntt. Molto energico e gioioso, il soprannome con cui era conosciuto sul web era Funky Professor, lo stesso nome con cui sui social network si sono moltiplicate le condoglianze.

UN METEORITE DA MEZZA TONNELLATA
Un oggetto grande un metro e mezzo pesante almeno 570 kg è stato ripescato dalla profondità delle acque del lago Chebarkul. Potrebbe trattarsi del più grande frammento di provenienza spaziale mai recuperato. L’ipotesi che immediatamente è stata formulata è che si tratti di una parte del corpo celeste che lo scorso 15 febbraio cadde a Chelyabinsk. Occorre eseguire delle analisi approfondite per capire di che materiale sia composta la roccia, considerando anche che il lago in questione più volte ha restituito corpi solo apparentemente spaziali. Quel che è certo è che si tratta di una roccia davvero imponente.


2018-06-05T17:29:32+02:00