Studiare gli asteroidi è molto importante perché sono frammenti che risalgono al tempo della formazione dei pianeti, subito dopo la nascita del sistema solare. Toutatis, asteroide che fa parte della famiglia Apollo di asteroidi vicini alla Terra, si trova in una particolare orbita eccentrica che ha origine nella Fascia di Asteroidi, ma si avvicina molto anche all’orbita terrestre.
La forma 3D e la rotazione dell’asteroide erano già stati determinati dalle analisi con il radio-telescopio Arecibo dai tempi del sorvolo della Terra nel 1992 ad oggi (passa ogni 4 anni). In passato erano anche stato ricostruite con modelli computerizzati, le strutture geologiche sulla superficie, in base ai dati radar. Il grande vantaggio di un sorvolo così ravvicinato e la possibilità di mettere alla prova i modelli ed i dati radar, verificando se la superficie è quella prevista.
Geologicamente parlando, dalle immagini sono stati svelati molti aspetti sconosciuti. Ci sono oltre 50 crateri nuovi identificati, e hanno diametri da 36 a 532 metri in diametro (con una media intorno a 141 metri). Circa il 44% dei crateri hanno diametri maggiori di 100 metri. Tutto questo è consistente comunque con il modello computerizzato creato da Hudson et al. Due concavità sono presenti sulla superficie, e dominano le immagini. Hanno un diametro di 368 metri e 259 metri, e bordi ancora molto nitidi.
Si aggiunge anche la scoperta di frane che hanno portato a vale molti detriti e l’esistenza di strutture lineari quali fratture o creste, molto comuni su asteroidi piccoli.
Quello che però intriga di più i geologi planetari è l’esistenza del gigantesco bacino al centro, che porta a pensare che Toutatis sia un ammasso di detriti legati insieme dalla gravità. In questo modo, i grandi vuoti interni possono assorbire l’energia della collisione, resistendo meglio ad impatti senza andare in mille pezzi. Assumendo una densità di 2.1-2.5 grammi per centimetro cubo, TOutatis potrebbe avere una porosità tra 25% e 37%. Se così fosse, sarebbe un esempio perfetto di un corpo intermedio tra l’asteroide Itokawa (con una porosità di 41%) e l’asteroide Eros (con una porosità di 20%).
Sono stati proposti svariati meccanismi per la formazione geologica di queste configurazioni biforcate. Il primo scenario suggerisce che i due grandi lobi erano due oggetti separati, che si stavano muovendo a velocità relative abbastanza basse da entrare in contatto. La differenza nell’orientamento della testa ed il corpo potrebbero indicare le differenti origini dei due corpi. Il secondo scenario, due componenti, che potrebbero essere frammenti grandi rimasti dallo stesso oggetto, magari distrutto, potrebbero ricadere verso un punto comune di gravità, e ricombinarsi, portando alla configurazione binaria. Il terzo scenario invece, suggerisce una collisione catastrofica che potrebbe aver creato un gigantesco bacino al centro, ed i tanti crateri che vediamo sulla superficie. Nel quarto scenario invece, la configurazione può essere nata dall’incontro vicino con la gravità di un pianeta, come la Terra, per via degli effetti di marea generati, che potrebbero aver allungato un asteroide fatto di spazi vuoti e detriti.
Moltissimi dati sono stati ottenuti dalla sonda Chang’e-2, e la somiglianza con Itokawa ci può dire molto su entrambi gli asteroidi come anche su come capire meglio quale degli scenari sopra sono più probabili. Le analisi migliorano molto la nostra comprensione della nascita e l’evoluzione dei blocchi fondamentali con cui è stato costruito il Sistema Solare.
credits: http://www.link2universe.net – http://www.nature.com