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Insight, all’interno di Marte

Tutto su Marte. Gli scienziati continuano la loro corsa verso il 2030, l'anno fatidico in cui l'uomo dovrebbe mettere piede per la prima volta sul pianeta rosso...

Tutto su Marte. Gli scienziati continuano la loro corsa verso il 2030, l’anno fatidico in cui l’uomo dovrebbe mettere piede per la prima volta sul pianeta rosso. Adesso tocca a InSight, la missione della Nasa che esplorerà il cuore di Marte: il nome per esteso della missione è Interior Exploration Using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport e il suo compito è capire cosa c’è sotto la superficie del pianeta, concentrandosi sulla differenza tra crosta, mantello e nucleo.
Il lander fa parte del Discovery Program della Nasa e volerà fino a raggiungere l’equatore marziano – anche se l’esatta zona dell’atterraggio ancora non è stata determinata – nel 2016. Sarà lanciato dalla Vandeberg Air Force Base, in California, e il suo certosino lavoro di invio dati durerà 720 giorni, pari a un anno marziano e a due terrestri.

– A MANDOLESI LA ‘MEDAGLIA AMALDI’
– PACEMAKER WIRELESS GRAZIE ALLE NANO BATTERIE
– NASCE A ROMA L’ELITALIANA DRONE DIVISION
– FRAMMENTI DI CIELO IN MOSTRA A PRATO

Il nuovo lander, a cui sono affidate le speranze di svelare i segreti del sottosuolo, esteticamente assomiglia al ‘collega’ Phoenix, ma con alcune novità. InSight poggerà su tre gambe e sarà dotato di un braccio robotico progettato grazie a una collaborazione tra le agenzie spaziali francese (CNES) e tedesca (DLR). Proprio al braccio robotico è affidato il delicato compito di piazzare sul suolo un sismometro, in grado di rilevare movimenti sismici che potrebbero svelare come è composta la crosta marziana. Oltretutto, sempre grazie al braccio robotico, sarà piazzata una copertura fondamentale per schermare il lander da vento e calore. Le condizioni ambientali sono determinanti per la riuscita della missione. Questa durerà a lungo e una delle sfide più difficili che dovrà fronteggiare sarà resistere alle estenuanti condizioni marziane, a partire dalle temperature e dai venti. I sensori che captano le condizioni ambientali sono sviluppati dal Centro de Astrobiologia spagnolo e avranno il compito di monitorare le condizioni atmosferiche nel sito dell’atterraggio, mentre un magnetometro misurerà i disturbi magnetici causati dalla ionosfera marziana.
InSight porterà su Marte anche un altro ambizioso esperimento. Per capire se il nucleo del pianeta è solido oppure fuso InSight si collegherà via radio con le antenne del Deep Space Network della Nasa per misurare l’oscillazione nella rotazione del pianeta.
Spiega Bruce Banerdt, ricercatore di InSight del Jet Propulsion Laboratory della Nasa,


Dal punto di vista scientifico, “Marte ha un grande vantaggio rispetto alla Terra – lo spiega Bruce Banerdt, ricercatore di InSight del Jet Propulsion Laboratory della Nasa- . Entrambi i pianeti hanno subito più o meno la stessa evoluzione iniziale. Ma Marte, essendo più piccolo, si è raffreddato più velocemente ed è diventato meno attivo, quindi preserva meglio le informazioni sulle prime fasi dello sviluppo roccioso del pianeta”.


A MANDOLESI LA ‘MEDAGLIA AMALDI’
E’ Nazzareno Mandolesi, il responsabile del ‘Low Frequency Instrument’di Planck, il più potente telescopio a microonde mai concepito, ad essersi aggiudicato l’edizione 2014 della ‘Medaglia Amaldi’, il prestigioso riconoscimento della Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione. È la prima volta che il Premio, istituito nel 2004 in onore del fisico Edoardo Amaldi, è attribuito ad uno scienziato che opera in Italia. Mandolesi entra così di diritto nella storia del riconoscimento internazionale, una medaglia d’oro del valore di 10mila euro, che, la prima volta nel 2004, fu assegnato a Roger Penrose, il celebre astrofisico di Oxford. La Medaglia verrà conferita, come da tradizione, nel corso del prossimo congresso della SIGRAV, la Società Italiana di Relatività Generale e Fisica della Gravitazione, in programma, quest’anno, dal 15 al 19 settembre ad Alessandria.

PACEMAKER WIRELESS GRAZIE ALLE NANO BATTERIE
Poco più grandi di un chicco di riso e ricaricabili via wireless le nuovissime micro batterie, messe a punto da un pool di ricercatori dell’università di Stanford guidato da Ada Poon, sono pronte a rivoluzionare il mondo della medicina, almeno quello fin qui conosciuto. I dispositivi, già sperimentati con successo su conigli e maiali, potrebbero rappresentare, in un futuro non troppo lontano, la nuova frontiera per pacemaker, stimolatori nervosi e sensori miniaturizzati. I risultati della ricerca fin qui condotta dagli scienziati sono stati pubblicati sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti. Per Ada Poon si tratta di passo importante verso la diffusione di dispositivi miniaturizzati da impiantare nell’organismo umano. Per ricaricare i dispositivi i pazienti dovranno solo appoggiare sulla pelle, in prossimità della batteria, un ‘caricatore’ della grandezza di una carta di credito che trasmetterà i 2000 microwatts necessari attraverso onde elettromagnetiche senza arrecare alcun danno ai tessuti umani.

NASCE A ROMA L’ELITALIANA DRONE DIVISION
Elitaliana, la più antica Compagnia elicotteristica italiana, è la prima realtà professionale in Italia a dotarsi di una struttura specializzata per la formazione di piloti ed operatori di droni. La Elitaliana Drone Division si occuperà, infatti, di attività connesse agli aeromobili a pilotaggio remoto, in particolare organizzando corsi di pilotaggio di droni e programmi di formazione tecnica, con una sezione dedicata alle attività operative effettuate con APR. Questa nuova componente aziendale sarà presentata in anteprima in occasione del ‘Roma Drone Expo&Show, il primo ‘salone aeronautico’ sui droni in Italia, che si svolgerà a Roma fino al 25 maggio, allo ‘Stadio Alfredo Berra’. Ad oggi, in Italia, sono impegnate nel settore degli aeromobili a pilotaggio remoto circa 400 aziende, mentre il numero di APR attualmente operativi raggiunge le 500 unità.

FRAMMENTI DI CIELO IN MOSTRA A PRATO
Saranno visibili fino al 2 giugno, al Museo di Scienze Planetarie della Provincia di Prato, i più celebri frammenti di meteoriti giunti sulla Terra. Tutti i reperti, sono esposti per la prima volta insieme nel nostro Paese, grazie alla collaborazione tra il Museo pratese, il Museo di Mineralogia dell’Università La Sapienza e il Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Tra i ‘pezzi’ di maggior pregio, visibili al pubblico, il frammento del meteorite caduto nel 2013 a Chelyabinsk, il suggestivo meteorite Allende, il Canyon Diablo, responsabile della formazione del Meteor Crater in Arizona e ancora il frammento del meteorite caduto nel 1883 in Italia, ad Alfianello, in provincia di Brescia. Uno dei frammenti più antichi in mostra appartiene, invece, al meteorite Ensisheim, caduta nel 1492 in Alaska. A trovare posto nella speciale collezione esposta a ‘Meteoritica’, questo il nome della mostra, anche il meteorite marziano di Chassigny che racconta la composizione dell’atmosfera del pianeta rosso.

2018-06-05T17:27:42+02:00