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Dieci esperimenti per Samantha Cristoforetti

Tecnologia, innovazione, medicina, biologia e anche pausa caffè: gli esperimenti Made in Italy di @AstroSamantha sulla ISS

10 Ottobre 2014
esa_samantha_cristoforettiTecnologia, innovazione, medicina, biologia e anche pausa caffè: a volare sulla Stazione spaziale internazionale insieme a Samantha Cristoforetti ci sono 10 esperimenti made in Italy, che miglioreranno la vita degli astronauti e daranno una mano anche alla ricerca scientifica sulla Terra. Li ha presentati la stessa Cristoforetti nella sede dell’Agenzia spaziale italiana, a Roma, ricordando che, prima di tutto, la Stazione è un grande laboratorio nello spazio che permette di lavorare in condizioni uniche (VIDEO).
A spiegare in cosa esattamente consistono i 10 esperimenti è il presidente dell’Asi Roberto Battiston

– NASA-ASI, PRIMO INCONTRO BATTISTON-BOLDEN
– NOBEL PER LA FISICA AGLI INVENTROI DEL LED
– I GHIACCIAI ITALIANI STUDIATI GRAZIE ALLA TECNOLOGIA AEROSPAZIALE
– IL PROGETTO PHOS, DALL’UNIVERSITA’ DI PISA ALLO SPAZIO

I DIECI ESPERIMENTI – Nel dettaglio ‘Nato’ testerà le contromisure per l’osteoporosi lavorando sul tessuto osseo a livello di nanoparticelle. ‘Drain brain’ si occuperà invece di realizzare un nuovo strumento diagnostico per le malattie neurodegenerative, osservando in microgravità il ritorno venoso dal cervello al cuore. Si occuperà invece di variazioni sull’architettura cellulare ‘Cytospace’, "per osservare come la cellula si struttura nello spazio", spiega Cristoforetti, mentre ‘Bone/Muscle check’ ha il compito di "validare un sistema semplice e innovativo per quantificare lo stato di debilitazione ossea tramite un prelievo salivare".

Una serie di esperimenti è espressamente volta alla cura e al miglioramento delle condizioni di vita degli astronauti a bordo della Iss. ‘Wearable monitoring’ si occupa di qualità del sonno, poiché "in orbita si verifica un influsso negativo sul sistema nervoso autonomo, forse per l’assenza di peso".

Di equilibrio e movimenti si occuperà invece ‘Blind and Imagined (Slink)’, mentre ‘Viable’ monitorerà la presenza di funghi e batteri negli ambienti della Stazione. ‘Orthostatic Tolerance’ avrà il compito di sviluppare contromisure favorevoli alla salute dopo il rientro a Terra basate su allenamenti fisici specifici.

Infine, l’esperimento maggiormente riconoscibile come italiano, cioè ‘Isspresso’, la macchinetta per il caffè ‘spaziale’, e la stampante 3D. ‘Isspresso’ è figlia della collaborazione con Argotec e permetterà di prendere il caffè a bordo, studiando la reazione dei liquidi ad elevate temperature e pressioni. ‘Pop 3D’ è invece la via italiana alla stampa tridimensionale in orbita. Il progetto è realizzato da Altran e prevede la fabbricazione di un oggetto di plastica in una sessione automatizzata.

Un grande laboratorio, quindi, la cui vita durerà almeno fino al 2020 e a cui l’Italia partecipa in maniera costante grazie agli accordi con Esa e Nasa, che aprono la porta anche a nuove missioni oltre ‘Futura’



NASA-ASI, PRIMO INCONTRO BATTISTON-BOLDEN: ‘COOPERIAMO’
Primo incontro bilaterale per l’amministratore generale della Nasa, Charles F. Bolden Jr., e il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Roberto Battiston. I due, nella sede Asi di Tor Vergata, hanno riesaminato lo stato della cooperazione bilaterale tra le due agenzie spaziali "Apprezziamo la nostra partnership con l’Italia – commenta Bolden – ed i progressi che sta apportando nella scienza e nel volo spaziale umano. È essenziale avere partner cosi’ forti nella nostra avventura verso Marte”. "Abbiamo una lunga e forte tradizione di cooperazione con la Nasa- spiega Battiston- e quest’incontro e’ una prova ulteriore del riconoscimento delle competenze dell’Italia nelle attivita’ spaziali. Nuovi settori di cooperazione sono nel nostro futuro”. L’Asi, infatti, e’ molto interessata ad esplorare nuove aree di cooperazione bilaterale per lo studio e l’esplorazione degli asteroidi e il monitoraggio, la protezione e la mitigazione dei detriti spaziali, e nuove idee per esperimenti di microgravita’ a bordo della Stazione Spaziale.

NOBEL PER LA FISICA AGLI INVENTROI DEL LED
Gli inventori della lampadina Led hanno vinto il premio Nobel per la Fisica. Si tratta degli scienziati giapponesi Isamu Akasaki e Hiroshi Amano, dell’università di Nagoya , e Shuji Nakamura, dell’università di Santa Barbara, in California. L’Accademia svedese delle Scienze ha attributi il riconoscimento considerando che “le lampadine a Led illumineranno il XXI secolo”. Tra le motivazioni, si legge che “con l’arrivo delle lampade a Led ora abbiamo lampadine molto più efficienti e che durano molto di più rispetto alle vecchie fonti luminose. Circa un quarto della produzione di energia elettrica mondiale è impiegata per accendere le lampadine, i Led possono contribuire a risparmiare le risorse del pianeta”.

I GHIACCIAI ITALIANI STUDIATI GRAZIE ALLA TECNOLOGIA AEROSPAZIALE
Il progetto si chiama ‘Levissima Spedizione Ghiacciai’ ed è promosso dalla nota marca di acqua in collaborazione con l’Universita’ di Milano, con il contributo tecnologico dell’associazione EvK2CNR. Il suo scopo è quello di studiare i cambiamenti dei ghiacciai italiani e descrivere i processi che ne determinano la fusione, per capire i meccanismi che negli ultimi anni stanno portando alla riduzione areale e volumetrica del “cuore freddo” delle nostre montagne. Per farlo sono in campo le migliori attrezzature di rilevamento aereo, l’occhio tecnologico di un satellite NASA per l’acquisizione di immagini ad altissima risoluzione e una stazione meteorologica all’avanguardia che acquisisce dati energetici. Il progetto, oltre agli scopi scientifici e paesaggistici, ha anche l’obiettivo di sensibilizzare al sistema-ghiacciaio, nell’ottica della sua preservazione.

IL PROGETTO PHOS, DALL’UNIVERSITA’ DI PISA ALLO SPAZIO
L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha selezionato per il programma Rexus/Bexus il progetto di un team di 15 ingegneri- tra studenti e docenti- dell’università di Pisa. Si tratta di Phos, che ha come scopo la creazione di nuovi dispositivi termici applicabili nello spazio. Attualmente il team sta testando nei laboratori pisani una serie di tubi di calore adatti ad operare in condizioni di microgravità, cioè in grado di dissipare con efficienza il calore su satelliti e sonde spaziali. Il ‘termosifone’ spaziale sarà a bordo del razzo sonda che l’Esa lancerà nello spazio da Kiruna, in Svezia, a marzo 2015.


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2018-06-05T17:26:00+02:00