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Gianotti conquista il CERN: “la scienza unisce il mondo”

E' stata una delle protagoniste della scoperta del Bosone di Higgs ed è considerata una delle donne più influenti al Mondo

7 Novembre 2014
Il nuovo direttore generale del Cern di Ginevra è una donna ed è italiana. L’incarico è stato affidato a Fabiola Gianotti, romana cinquantaduenne, dal 1987 operativa nel più prestigioso laboratorio europeo. E’ stata una delle protagoniste della scoperta del Bosone di Higgs ed è considerata una delle donne più influenti al mondo.

– ROSETTA, IL SITO DELL’ACCOMETAGGIO SI CHIAMA ‘AGILKIA’
– IL VLT SCOPRE LUCE ESO-ZODIACALE
– LE STELLE CADENTI DI NOVEMBRE
– IL PRIMO SEGNALE DIRETTO DELLA MATERIA OSCURA

E dire che da piccola sognava di diventare un’étoile del Bolshoi o della Scala, volteggiando sulle punte di ballerina bambina. La passione per la musica non l’ha mai abbandonata e si è anche diplomata in pianoforte. Fin da piccola si è abituata al rigore e alla serietà, ma anche alla bellezza, fino ad approdare agli studi scientifici, quelli che permettono “di dare risposte concrete” dopo le “grandi domande” che si era posta studiando appassionatamente filosofia. La laurea arriva nel 1984, lo stesso anno in cui l’Accademia di Svezia conferisce il Nobel per la Fisica all’italiano Carlo Rubbia, cinque anni dopo nominato direttore generale del Cern, primo italiano nella storia del laboratorio di cooperazione internazionale. Chissà se Gianotti immaginava che trent’anni dopo sarebbe arrivata lei ai vertici, prima donna in assoluto. Pensare che è proprio il Nobel a Rubbia, come ha raccontato lei stessa in un’intervista, a spingerla verso lo studio della Fisica delle particelle.


Da lì una carriera inarrestabile nel mondo della scienza, in cui arriva anche a guidare tremila fisici, tutti impegnati nell’esperimento Atlas, quattro anni di fatiche e successi. Sempre all’interno del Cern. Sempre con l’entusiasmo della conoscenza, che, mattoncino dopo mattoncino, aiuta a mettere insieme i pezzi di un puzzle sterminato costituito dall’Universo e dalla stessa esistenza umana. E’ da qui che parte la sua missione con il nuovo incarico di direttore generale.
Le parole chiave del suo mandato si racchiudono nella compagnia armonica di scienza, tecnologia, innovazione e istruzione. Andare avanti con la ricerca, progredire nell’avanzamento tecnologico, formare i giovani e divulgare la scienza. Far capire a tutti la centralità e la bellezza delle scoperte scientifiche. Obiettivi ambiziosi e necessari, che sarebbero forse più lontani se il Cern non fosse l’eccezionale fucina che è di collaborazione mondiale che ha abbattuto ogni barriera territoriale. Insiste molto su questo punto, Fabiola Gianotti, ricordando che la complessità delle ricerche è di un livello talmente elevato che non bastano più le conoscenze e le risorse di una sola regione del mondo, ma serve estendere la collaborazione a livello globale, intessendo rapporti con l’unica mira di guadagnare conoscenza. Perché è la conoscenza che fa sentire tutti a casa propria. Dappertutto, e in particolare al Cern. Tra i tanti, tantissimi, scienziati e tecnici che arrivano da ogni parte del mondo anche l’Italia fa la sua parte. 

Adesso, la luce è puntata sul futuro: in primis sulla materia oscura e poi sugli interrogativi relativi all’asimmetria tra materia e antimateria. E ci sono ancora misure di precisione da prendere sul bosone di Higgs e la possibilità di sfruttare al massimo la straordinaria strumentazione di cui dispone il Cern. Tante sfide e tanti misteri davanti, che Gianotti sa bene come affrontare. Con la stessa intelligenza e umiltà di sempre: “Ho molto da imparare, ma anche tante nuove energie”.


ROSETTA, IL SITO DELL’ACCOMETAGGIO SI CHIAMA ‘AGILKIA’
E’ stata battezzata ‘Agilkia’ l’area della cometa 67P/ Churyumov-Gerasimenko su cui il prossimo 12 novembre avverrà il primo atterraggio della storia. Precedentemente la zona veniva indicata con il nome generico di ‘Sito J’, ma ci ha pensato la competizione NameJ ad assegnarle un nome specifico. Il concorso è stato organizzato e coordinato da ESA, DLR, CNES e in Italia da ASI e INAF- .
Il vincitore è Alexandre Brouste dell’Università di Le Mans e avrà la possibilità di partecipare dal vivo all’evento dell’atterraggio sulla cometa al Mission Control Centre di Darmstadt in Germania,
Sono arrivare oltre ottomila proposte e a prevalere è stata la denominazione ‘Agilkia’, come l’isola egiziana dove vennero trasferiti i templi di Philae in occasione della costruzione della diga di Assuan. Ricordiamo che il lander della sonda ‘Rosetta’ si chiama ‘Philae’ in onore di un’altra isola egiziana, in cui venne rinvenuto l’obelisco con un’iscrizione bilingue contenente i nomi di Cleopatra e Tolomeo in geroglifico. Una chiave fondamentale per codificare la scrittura geroglifica.

IL VLT SCOPRE LUCE ESO-ZODIACALE
Un team internazionale di ricerca ha scoperto la luce eso-zodiacale vicino alla zona abitabile di nove stelle vicine. E’ stato possibile grazie alla potenza dell’Interferometro del Very large Telescope dell’Eso. Quella scoperta è la luce stellare riflessa dalla polvere creata dalla collisione tra piccoli oggetti di pochi chilometri di diametro, chiamati planetesimi e simili agli asteroidi e alle comete che conosciamo. Polvere di questo tipo è anche all’origine della luce zodiacale nel Sistema Solare. Mentre la luce eso-zodiacale -, cioè luce zodiacale intorno ad altri sistemi stellari, era già stata vista in precedenza, questa è la prima volta che si effettua un grande studio sistematico intorno alle stelle vicine. “Se vogliamo studiare l’evoluzione di pianeti come la Terra, vicino alla zona abitabile, dobbiamo osservare la polvere zodiacale in queste regioni intorno ad altre stelle”, commenta Steve Ertel, dell’ESO e dell’Università di Grenoble in Francia, primo autore dell’articolo. “Rivelare e caratterizzare questo tipo di polvere intorno ad altre stelle è un modo per studiare l’architettura e l’evoluzione dei sistemi planetari”.

LE STELLE CADENTI DI NOVEMBRE
Sono due gli sciami di meteore che attraverseranno i nostri cieli durante il mese di novembre. Quindi, se avete perso lo spettacolo delle stelle cadenti nella notte di San Lorenzo siete in tempo per rimediare. Fino alla fine del mese – ma con una maggiore presenza nei primi 15 giorni – sopra le nostre teste passerà lo sciame delle Tauridi, delle meteore che si associano ai resti della cometa Enke e che vengono indicate come molto luminose. Tra il 16 e il 18 novembre, invece, sarà la volta dello sciame delle Leonidi. In quei giorni il nostro pianeta incrocia la scia di particelle lasciate dal passaggio della cometa Tempel-Tuttle. Queste stelle cadenti saranno osservabili sopra l’orizzone a partire dalla mezzanotte in poi, senza interferenza della Luna che sorgerà verso il mattino.

IL PRIMO SEGNALE DIRETTO DELLA MATERIA OSCURA
Si dice che sia il collante dell’Universo, e che ne costituisca addirittura l’85%. Ma è invisibile e finora è stata captata solo grazie alla misurazione dei suoi effetti gravitazionali sulla materia ordinaria. La materia oscura potrebbe ora essere stata individuata in maniera diretta da un gruppo di ricercatori inglesi dell’Università di Leicester, grazie al telescopio spaziale XMM-Newton, lanciato in orbita nel 1999 dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il condizionale è d’obbligo, data la complessità del tema. Gli scienziati hanno riconosciuto nella mappa a raggi X del cielo uno straordinario segnale contenente la potenziale presenza di ipotetiche particelle elementari emesse dal Sole, i cosiddetti "assioni". Sarebbero loro i segnali della materia oscura. "Sembra plausibile che questi siano effettivamente prodotti nel nucleo del Sole e si convertano in raggi X nel campo magnetico terrestre", spiega George Fraser, a capo del Centro di Ricerca Spaziale dell’Università di Leicester. L’idea che si sono fatta gli scienziati è che queste particelle si convertano in raggi X. Al momento non c’è altra spiegazione per un segnale così potente, dicono.

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2018-06-05T17:25:49+02:00