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Samantha Cristoforetti testa la maglietta Magic Space per Wearable Monitoring

Sono passati sessanta giorni dall'inizio della missione Futura. "Mi sento un po' extraterrestre", 'confessa' Samantha Cristoforetti.

28 Gennaio 2015
ROMA – Nelle ultime due settimane l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti ha portato a termine le prime tre registrazioni notturne previste dall’esperimento Wearable Monitoring, che si occupa di approfondire la conoscenza dei meccanismi fisiologici del sonno in microgravità. Lo rende noto l’Agenzia spaziale italiana (Asi), in un comunicato.

E’ "alta" la qualità dei dati raccolti in queste prime tre sessioni- segnalano dall’Asi-, a cui se ne aggiungeranno altre tre entro maggio. Wearable Monitoring, proposto dalla Fondazione Don Gnocchi e svolto in collaborazione con l’Istituto auxologico italiano, è uno dei nove progetti selezionati e sviluppati dall’Agenzia spaziale italiana per la missione ‘Futura’, la seconda di lunga durata per l’Italia dopo ‘Volare’ di Luca Parmitano. I dati relativi al sonno vengono rilevati e raccolti attraverso un sistema indossabile, che si chiama MagIC-Space, sviluppato nel laboratorio dei Sensori Indossabili e Telemedicina di Milano della Fondazione Don Gnocchi. Il team di sviluppo è costituito dagli ingegneri Francesco Rizzo, Paolo Meriggi e Prospero Lombardi, sotto la guida dell’ingegner Marco Di Rienzo (PI del progetto).

MagIC-Space è composto da una maglietta contenente sensori tessili per la rilevazione dell’elettrocardiogramma e del respiro, un’unità di monitoraggio per la raccolta dei dati e la misura delle vibrazioni cardiache (da cui vengono estratti gli indici di meccanica cardiaca), un termometro per la misura della temperatura cutanea e un pacco batterie per l’alimentazione del dispositivo. Il sistema è stato progettato in modo da integrare gran parte dei sensori e dei fili all’interno della maglietta. Questo accorgimento ha permesso di semplificare il setup iniziale del dispositivo e ridurre il tempo-astronauta necessario per la preparazione dell’esperimento.

In ciascuna sessione sperimentale l’astronauta indossa la maglietta sensorizzata per tutta la notte e al risveglio trasferisce i dati sul computer di bordo per la successiva trasmissione a terra. Le registrazioni vengono poi analizzate alla Fondazione Don Gnocchi dagli ingegneri Emanuele Vaini, Prospero Lombardi e Paolo Castiglioni. La raccolta dei dati a terra e l’interpretazione biologica dei risultati sono svolte in collaborazione con il team di cardiologi dell’Istituto auxologico italiano – dottoresse Carolina Lombardi, Giovanna Branzi e Valeria Rella – sotto il coordinamento del professor Gianfranco Parati, docente di Medicina Cardiovascolare dell’Università di Milano Bicocca.

I risultati dell’esperimento potranno avere importanti ricadute anche sulla Terra. Nel mondo occidentale una persona su quattro soffre di disturbi del sonno, che spesso richiedono monitoraggi complessi. Il dispositivo sviluppato per questo progetto "è caratterizzato da un’estrema facilità d’uso e potrebbe essere agevolmente utilizzato per la diagnosi remota dei disturbi del sonno presso il domicilio del paziente, nell’ambito di servizi di telemedicina", conclude Asi.


Ogni tanto c’è qualche sorpresa, perché la Stazione spaziale internazionale "è una struttura complessa", ma a bordo "mi sento a casa". Parola di Samantha Cristoforetti, prima astronauta italiana a volare nell’avamposto umano nello Spazio, in collegamento con la sede dell’Agenzia spaziale italiana per rispondere alle domande di studenti liceali e universitari che hanno preso parte al progetto Learning on the Iss. Tante le curiosità e i dubbi dei ragazzi, arrivati da Roma, Portici e Ceccano, che hanno avuto la possibilità di fare domande a Astrosamantha nel collegamento durato venti minuti.
Sono passati sessanta giorni dall’inizio della missione Futura. "Mi sento un po’ extraterrestre", ‘confessa’ Cristoforetti, "mi sento molto a casa" a bordo della Stazione.
E visto che la Stazione è una laboratorio che lavora senza interruzione, Samantha Cristoforetti fa il punto sugli esperimenti di questi primi due mesi di missione. Missione, che, lo ricordiamo, è la seconda di lunga durata per l’Italia e terminerà in maggio. Finora si è occupata di due sessioni dell’esperimento Blind/Imagined, e delle prime per Drain Brain e Wearable monitoring, grazie agli strumenti portati nei giorni scorsi dalla capsula Dragon. Slta indossando per 36 ore- tranne per una concessione speciale per la videochiamata a Terra- i sensori che controllano i ritmi circadiani, cura delle piantine e si occupa di moscerini della frutta, "con cui condividiamo il 70% dei geni". A bordo "c’è una confusione organizzata- sorride-, un po’ come quando da ragazzina arrivano i tuoi genitori e ti dicono di mettere tutto in ordine e tu dici di no, perché va bene così". E se proprio ci sono degli elementi che non si trovano "possiamo sempre chiamare Houston".


La vita di bordo è un pò come quella in un appartamento. Ognuno ha i suoi compiti da svolgere e ci sono anche dei momenti di svago. Come quello, ormai famosissimo, in cui l’astronauta italiana si fa tagliare i capelli dal collega della NASA Terry Virts.

D’altronde farsi tagliare i capelli è un atto di completa fiducia, ed è necessario per chi vive in un ambiente complesso e delicato come quello della Stazione.

Lassù lavorano anche per l’obiettivo del futuro dell’esplorazione spaziale: permettere all’uomo di mettere piede su un altro pianeta. Trovare una nuova Terra da abitare. Ma la colonizzazione di Marte non è dietro l’angolo. "Non avverrà domani, ma nel medio termine" sarà possibile, assicura il capitano Cristoforetti. Intanto ci ricorda che di Terra, per ora, ne abbiamo una soltanto. È come un’astronave. Un’astronave che usiamo per viaggiare nell’universo. È la dobbiamo tenere da conto, comportarci con intelligenza e saggezza per riuscire a riparare tutti i danni che abbiamo creato all’ambiente e, come dice Astrosamantha, fare manutenzione preventiva: la Terra va mantenuta in forma.


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2018-06-05T17:25:19+02:00