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Azoto su Marte lo rivela SAM

La notizia, uscita ufficialmente sulle pagine di Pnas, porta in trionfo quello che ad occhi sterili potrebbe sembrare un semplice robot

Curiosity ha trovato tracce di azoto su Marte. La notizia, uscita ufficialmente sulle pagine di Pnas, porta in trionfo quello che ad occhi sterili potrebbe sembrare un semplice robot, ma che in realtà è un’intelligenza artificiale, figlia della Nasa, grazie a cui il pianeta rosso diventa ogni giorno più familiare all’uomo.

L’azoto, nello specifico ossido nitrico – un composto che col calore può essere rilasciato dalla rottura dei nitrati (NO3), sostanze che contengono azoto in forma utilizzabile da organismi viventi – rilevato attraverso il Sam (Sample Analysis at Mars), sarebbe stato rilasciato durante il riscaldamento di sedimenti marziani.


– L’UOMO DI ALTAMURA E’ UN NEANDERTHAL
– NEL CUORE DELLA TERRA (IN 38 MINUTI)
– L’ERBICIDA DELLA MONSANTO POTREBBE ESSERE CANCEROGENO
– IL SUONO DELLE STELLE
– NESSUNO TOCCHI SAMANTHA

Dopo due anni e mezzo di permanenza, Curiosity ha già dato la notizia della scoperta di composti organici su Marte e quella della rivelazione di picchi di metano, forse riconducibili alla presenza di batteri (ma che potrebbero venire anche da fenomeni vulcanici). Questa moltitudine di informazioni intrecciate alla consapevolezza che in passato il pianeta rosso ospitò laghi e fiumi, è una conferma in più all’ipotesi che il pianeta abbia ospitato forme di vita. Infatti l’azoto è un fondamento di cui gli esseri viventi non potrebbero fare a meno: c’è dell’azoto nelle basi degli acidi nucleici di dna e rna, e c’è dell’azoto nelle proteine.

La stessa NASA tuttavia sottolinea che "non ci sono prove che suggeriscono che le molecole di azoto che sono state trovate siano state create da forme vita". Anche perché per quanto ne sappiamo al momento "la superficie di Marte è inospitale per le forme di vita conosciute". Questo vuol dire che le sostanze rinvenute – tracce antiche – potrebbero essersi formate attraverso fulmini o impatti di meteoriti, senza alcun contributo di organismi azoto fissatori.

Curiosity si sta muovendo attualmente ai piedi del monte Sharp, una montagna alta circa 5.500 metri, composta da strati sedimentari; è importante sottolineare come le missioni di esplorazione del robot della NASA e quelle dei rover attuali e futuri hanno l’obiettivo di raccogliere informazioni in vista di una spedizione umana su Marte, che l’agenzia spaziale americana ha in programma per il 2035.



L’UOMO DI ALTAMURA E’ UN NEANDERTHAL
Era il 1993 quando lo scheletro fossile di un uomo venne rinvenuto nelle grotte di Lamalunga, vicino Altamura. Nonostante si tratti di uno degli esemplari più straordinari mai rinvenuti in Europa, negli ultimi vent’anni è stato possibile studiarlo soltanto in loco. Di recente, invece, il recupero di un frammento osseo- una parte della scapola destra, per la precisione- studiato all’esterno della grotta ha permesso un’analisi approfondita del misterioso fossile, conosciuto come ‘uomo di Altamura’. La scoperta è che si tratta di un Neanderthal. Non solo. L’analisi dei resti ha permesso di collocarlo cronologicamente in una fascia del Pleistocene medio, compresa tra 172.000 e 130.000 anni fa. Quindi, in una delle fasi più antiche dell’esistenza dell’uomo di Neanderthal. L’Uomo di Altamura diventa così il più antico Neanderthal mai rinvenuto.

NEL CUORE DELLA TERRA (IN 38 MINUTI)
Uno studio pubblicato sull’American Journal of Physics taglia di 4 minuti il tempo che servirebbe per attraversare la Terra. La precedente misurazione contava 42 minuti, l’ultima 38. Lo studio presuppone che ci sia un tunnel scavato nel cuore del nostro pianeta, dentro cui saltare per poi farci trascinare giù spinti soltanto dalla forza di gravità. I nuovi calcoli non forniscono solo nuove informazioni sulla struttura della Terra, ma spiegano perché si possa rimpiazzare un’assunzione eccessivamente semplice con un’altra ugualmente grezza ed ottenere una riposta molto più accurata. Il tunnel della gravità fa parte dei corsi di base di fisica.

L’ERBICIDA DELLA MONSANTO POTREBBE ESSERE CANCEROGENO
Il glifosato, principio attivo di uno degli erbicidi piu’ diffusi al mondo, il Roundup della Monsanto, e’ stato classificato come ‘probabile cancerogeno per gli esseri umani’ in un report stilato da alcuni ricercatori dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione. Il glifosato e’ utilizzato in almeno 750 prodotti per l’agricoltura, il giardinaggio, il trattamento degli spazi urbani e nel nostro Paese viene irrorato con disinvoltura su campi e giardini: e’ il diserbante piu’ usato. Le reazioni della Monsanto non si sono fate attendere: in un comunicato rilasciato dalla multinazionale dell’agroindustria, si legge che quella dello Iarc e’ "scienza spazzatura" di un "ente senza potere regolatorio". Una reazione "arrogante e violenta", la definisce Luca Colombo, segretario generale di Firab, la Fondazione per la ricerca nel biologico, riporta l’Aiab, l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica, che chiede “una mobilitazione dell’opinione pubblica, degli agricoltori e dei consumatori per fare in modo che il dossier aperto dallo Iarc venga affrontato dalle autorita’ nazionali e comunitarie il prima possibile".

IL SUONO DELLE STELLE
Non tendete le orecchie: è un suono che non potete sentire. Eppure c’è. Uno studio dell’università di York ha ricostruito in laboratorio una situazione compatibile con quella che si trova sulla superficie delle stelle. I ricercatori hanno analizzato un bersaglio di plasma preso di mira da luce laser ultra intensa e hanno rilevato l’emissione di onde sonore. Il suono ha una frequenza pari a oltre un bilione di Hertz, quindi non possibile che un uomo lo possa percepire. Per fare la analisi, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica simile a quella degli autovelox. Quello che misurano è la quantità di fluido che si muove nel punto che viene colpito nel raggio di bilionesimi di secondo. Quindi, dicono da York, le stelle forse cantano, anche se il loro canto si perde nello Spazio senza che qualcuno lo possa udire.

NESSUNO TOCCHI SAMANTHA

Qualche giorno fa sul settimanale L’Espresso è comparso un articolo sulle criticità che la Corte dei Conti ha rilevato nel bilancio dell’Agenzia spaziale italiana. Per corredare il pezzo è stata utilizzata una foto dell’astronauta Samantha Cristoforetti mentre, alla presentazione del logo della missione Futura, è vicina all’ex presidente dell’Asi Enrico Saggese, attualmente sotto processo. E il web si è rivoltato. Fiumi di commenti hanno difeso la nostra astronauta, completamente estranea ai fatti. A quel punto il settimanale, per firma del caporedattore e responsabile dell’on-line Marco Pratellesi, ha immediatamente cambiato la foto e ha chiesto scusa ai lettori. E’ la stessa Asi a diffondere la notizia. "A volte il giudizio diretto dei lettori funziona meglio di qualsiasi richiesta di rettifica. E sul web, quando i commenti sono gestiti in modo trasparente e raccolti da professionisti, il risultato può essere davvero straordinario. E’ appena successo. E ci riguarda da vicino", scrivono in un comunicato.


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2018-06-05T17:25:06+02:00