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Infedeltà? Questione di DNA. Scoperto il ‘gene del tradimento’

ROMA – Il repertorio di scuse dei traditori seriali da oggi in poi potrà contare anche sulla frase: “Non volevo, è stato il gene!” L’infedeltà è stata a lungo giustificata con una serie di motivazioni, quali mancanza di attenzione fisica, un lapsus momentano o colpa dell’alcol, tra le tante. Ma diversi studi hanno scoperto che […]

infedelta-gene-tradimentoROMA – Il repertorio di scuse dei traditori seriali da oggi in poi potrà contare anche sulla frase: “Non volevo, è stato il gene!”
L’infedeltà è stata a lungo giustificata con una serie di motivazioni, quali mancanza di attenzione fisica, un lapsus momentano o colpa dell’alcol, tra le tante.
Ma diversi studi hanno scoperto che per coloro che del tradimento non possono fare proprio a meno potrebbe esserci un nuovo motivo: la genetica.
I risultati sono stati presentati al 23° congresso dell’Associazione europea di psichiatria (Epa), in occasione del quale Marcel Waldinger della Utrecht University olandese ha dichiarato che “il puro approccio psicologico al tema dell’infedeltà non è più valido, perché è stato sfidato da nuovi dati scientifici che chiamano in causa fattori neurobiologici e genetici”.
Una ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour lo scorso novembre suggerisce una forte predisposizione genetica in persone che rifuggono da una relazione monogama.

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SWulla base dei dati raccolti da 7300 gemelli finlandesi, i ricercatori dell’Università del Queensland hanno scoperto che le coppie di gemelli identici (che condividono tutti i loro geni) avevano più probabilità di impegnarsi in relazioni extraconiugali di quelle coppie di gemelli eterozigoti (che condividono la metà dei loro geni).
Dai risultati è emerso che la genetica ha giocato un ruolo fondamentale nella probabilità di tradimento nel 63 per cento degli uomini e nel 40 per cento delle donne.
In particolare, hanno anche scoperto il coinvolgimento di un gene nell’infedeltà femminile.

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Le donne con alcune variazioni del gene AVPRIA hanno più probabilità di essere infedeli.
Questo gene influisce sulla vasopressina, un ormone che secondo studi recenti è coinvolto nella regolazione del comportamento sociale, e i suoi recettori sono distribuiti in maniera differente nelle specie animali monogame e promiscue.
Cosa significa questo per la possibilità di trovare futuri partner “fedeli”?

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Purtroppo, “è come cercare un ago in un pagliaio molto grande”, ha commentato l’autore principale dello studio, Brendan Zietsh.
“Abbiamo trovato prove statisticamente significative del piccolo effetto di un gene, ma ha bisogno di essere isolato in altri campioni prima di poter essere certi che svolga davvero un ruolo importante nella infedeltà umana”.

2017-05-11T11:26:15+02:00