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‘Agrispazio, colonizzare Luna e Marte per nutrire la Terra’

L'evento organizzato da Lazio Innova con la supervisione scientifica dell’università di Tor Vergata e tenutosi oggi a Roma all’auditorium dell’Ara Pacis

evento lazio innovaRoma – Coltivare cibo in ambienti estremi per poi esportare il metodo agricolo nello Spazio e rendere gli astronauti autosufficienti in fatto di viveri, ma anche garantire la sopravvivenza agli uomini del futuro che colonizzeranno altri pianeti. Questo è il progetto su cui si snoda l’evento ‘Agrispazio-Colonizzare Luna e Marte per nutrire la Terra’, organizzato da Lazio Innova con la supervisione scientifica dell’università di Tor Vergata e tenutosi oggi a Roma all’auditorium dell’Ara Pacis.

La prospettiva non è a breve termine, chiarisce Salvatore Pignataro dell’Agenzia spaziale italiana, fondatore del gruppo di lavoro nazionale Ibis, dedicato alle tecnologie bio rigenerative. “La colonizzazione non è vicinissima– spiega Pignataro- la strada da fare non è vicina nel tempo”. L’importante è sviluppare tecnologie che, passo dopo passo, portino al risultato di rendere le coltivazioni extraterrestri possibili. Il gruppo Ibis si occupa di raccordare a livello nazionale e internazionale tutti gli attori coinvolti, promuovendo anche la partecipazione coordinata alle possibilità di finanziamento per ottimizzare le risorse e il know how. Intanto, sulla Terra, qualcosa si muove. Parte nel 2017 (durata nove mesi), in Antartide, il progetto Eden Iss coordinato dall’agenzia spaziale tedesca Dlr. È Giorgio Boscheri, ingegnere di Thales Alenia Space, a spiegare all’agenzia Dire di cosa si tratta.

Le tecnologie sviluppate per lo Spazio danno risposte anche per la nostra vita quotidiana, e la strada dello sviluppo scientifico e tecnico passa dall’Italia e dal Lazio. Questo il messaggio lanciato da ‘Agrispazio-Colonizzare Luna e Marte per nutrire la Terra’. Il focus è sulla nutrizione, tema centrale di Expo a cui l’incontro di oggi è legato, ma con uno sguardo anche alle “grandi avventure dell’umanità, per spostare più avanti la frontiera della conoscenza”, spiega Lorenzo Lo Cascio dell’assessorato allo Sviluppo economico e Attività produttive della Regione Lazio. Lo scopo è “inserire tecnologie avanzate nella vita quotidiana. Sotto c’è un mercato”, spiega Lo Cascio, che porta l’esempio “di una meravigliosa amatriciana mangiata in Canada, con pomodori frutto di coltura idroponica fatti nel Lazio”. Lo scopo è capire come rendere più efficiente il percorso di sviluppo. “Le attività di frontiera”, come quella della ricerca spaziale, “sono importanti non solo per i servizi che offrono, ma anche per le strade che aprono”, spiega Luigi Campitelli di Lazio Innova (Video). “Anche nel Lazio esiste un ecosistema fatto di ricerca e di impresa, di innovatori e di start up- prosegue Campitelli- e sta già prospettando risposte in termini di prodotti e servizi”. La strada del futuro per il Lazio passa “dal far crescere la cultura dell’innovazione”, conclude Campitelli. Che lancia la palla in avanti e annuncia una conferenza ad Expo, calendarizzata per il 18 ottobre e organizzata da Lazio Innova, con al centro le ricadute a Terra della ricerca spaziale.

2017-05-12T15:01:27+02:00