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Infertilità: la prevenzione inizia con i primi rapporti sessuali

Gli esperti ai genitori: “i giovani non hanno bisogno di parole ma di esempi”

coppia-felice-abbraccioNell’infertilità la prevenzione inizia con l’attività sessuale, perché la principale minaccia al concepimento sono le malattie sessualmente trasmissibili. Naturalmente tutti gli adolescenti dovranno essere attenti all’alimentazione e assumere uno stile di vita sano, che implichi il divieto di fumare e bere alcol, ma il primo momento in cui concretamente ci si affaccia al tema della fertilità è quello dell’inizio dei rapporti sessuali.

“Le pazienti più piccole hanno in genere 13 anni ma a quest’età la prevenzione dipende dalle madri, che portano le figlie dal ginecologo per qualche infiammazione o problema di tipo sessuale. È possibile che nella pubertà “ci possano essere delle disfunzioni, come un eccesso delle mestruazioni- chiariscono gli esperti – ma a quell’età solitamente non c’è una prevenzione piuttosto una problematica da risolvere. La prevenzione in genere comincia dai 15-16 anni in poi”.

Nel prevenire le cause di infertilità è importante il ruolo dei genitori, i primi educatori. Eppure su questa certezza, occorre fare alcune precisazioni: “Il ruolo dei genitori, come educatori, è fondamentale nella fase infantile. Però quando diventano teenagers, i ragazzini non hanno bisogno di parole, ma di esempi”. Il consiglio degli esperti alle mamme di adolescenti è quindi quello di “prendersi molta cura di se stesse perché gli/le adolescenti hanno bisogno di avere esempi, non parole! I giovani vogliono modelli da seguire”. Secondo gli studiosi “questa è un’età in cui è molto più importante il gruppo sociale che la famiglia, anche se la famiglia rimane comunque un punto di riferimento fondamentale senza la quale non c’è pavimento”. Sempre nell’ambito della prevenzione, “la famiglia dovrebbe tirarsi un pochino indietro dal punto di vista del ‘si fa così, si fa colà’ perché altrimenti diventa ingombrante- concludono – non deve dire come si fa una cosa, ma deve farla, nel senso ‘io lo faccio per me quindi invito te a farlo’”.

 

Fonte Ministero della Salute

2015-10-01T10:12:52+02:00