Nelle sale di tutti i cinema è uscito l’8 ottobre “The program”, il film diretto da Stephen Frears.
Narra la storia del ciclista statunitense Lance Armstrong che vinse sette tour de France consecutivi dopo aver sconfitto il cancro. Seguì un ricercato ed elaborato programma di doping che gli permetteva di migliorare le sue prestazioni. Dopo aver vinto il tumore creò una fondazione che aiutava a raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro, chiamata “Livestrong”. Un po’ di anni dopo la fine della sua carriera ciclistica, perché ormai “vecchio”, decise di riprendere in mano la bici. Un suo ex compagno di squadra gli chiese di ritornare a farne parte, ma Armstrong non accettò perché lui era stato trovato positivo ai controlli anti-doping e quindi temeva scoprissero anche le sue malefatte. Landis confessò tutto e di conseguenza fu obbligato a farlo pure Armstrong.
Quest’opera mi è piaciuta molto perché era interessante la storia di Armstrong e mi ha fatto riflettere molto sulla lealtà.
Anche in questi giorni ci giungono notizie dalla Russia e dall’Italia di nuovi casi di doping.
Il film, raccontandoci la storia di Lance Armstrong, ha voluto far riflettere sulla vera anima dello spirito agonistico e sulle malattie che può provocare l’assunzione del doping, cercando di farlo capire anche agli sportivi che utilizzano strade facili, ma illegali, per ottenere risultati sportivi non meritati.
Marta Pitussi
Istituto Bearzi – Udine