“Due partite” è un’ opera teatrale, da cui è stato tratto l’omonimo film uscito nelle sale nel Marzo 2009. Riportato in scena questo Novembre al teatro Ambra Jovinelli, mette a confronto due generazioni di donne che lottano per la propria emancipazione e contro i problemi principali che la condizione femminile comporta.
E’ strutturato in due scene: il primo atto, ambientato negli anni ’70, presenta quattro amiche durante una discussione riguardante i loro dilemmi, mentre nel secondo atto sono presenti le rispettive figlie , le quali, a causa del mancato mutamento della condizione femminile, hanno ereditato problemi affini a quelli delle loro madri.
Il cast, che propone gli stessi quattro volti per entrambe le generazioni, si compone di Giulia Michelini, Caterina Guzzanti, Paola Minaccioni e Giulia Bevilacqua.
Incuriositi da un particolare intervento di Paola Minaccioni al termine di una delle repliche riguardante gli attentati terroristici appena verificatisi a Parigi, abbiamo deciso di porle qualche domanda.
Quali sono state le motivazioni che l’ hanno spinta a far parte di questo spettacolo?
La scelta è stata abbastanza semplice. Mi ha colpito fin dall’ inizio: è uno spettacolo molto popolare e raffinato al tempo stesso. Il pubblico si immedesima facilmente in tutti gli aspetti; è una storia che tocca le persone nel loro profondo.
Lei crede nei valori femminili che la rappresentazione trasmette?
Io veramente credo che più che trasmettere valori profondi, tenti, invece, di suscitare domande esistenziali, che spingono il pubblico a cercarne la risposta e di cui ancora oggi non si è riuscito a coglierne il senso.
Le è piaciuto l’ ambiente lavorativo?
Le mie colleghe ed io ci siamo trovate in grande sintonia; infatti la stessa opinione riguardo l’ importanza dello spettacolo ci ha permesso di mettere in atto l’ opera con grande dedizione.
La scorsa settimana, il giorno seguente la tragedia di Parigi, lei ha espresso la sua opinione al riguardo. Quali timori comporta il suo mestiere in questo periodo?
Beh, in realtà i miei timori sono uguali a quelli di un normale cittadino, anche se gli ultimi attacchi hanno dimostrato come persone che praticano la mia professione sono piuttosto esposte al pericolo.
Lei crede che il teatro e in particolare questa commedia riescano ad aiutare le persone a superare questo momento di forte tensione e paura?
Io amo il mio lavoro. Sono convinta che questa crisi abbia messo in luce l’importanza dell’esistenza della cultura e nel mio caso sono sempre più motivata nel portare avanti il mio lavoro. La diffusione della conoscenza rende l’uomo libero; è un peccato che l’ignoranza di alcuni influisca negativamente sulla società causando ogni tipo di violenza.
Chiara Rosso II H e Valerio Cracchiolo II H, Liceo classico Francesco Vivona Roma