Laika (o meglio, Kudrjavka cioè Ricciolina), una piccola cagnetta randagia di soli tre anni, venne catturata, addestrata e mandata nello spazio con il primo volo sovietico nel 1957. Purtroppo, dopo qualche tempo, forse solo qualche ora dopo il lancio, morí; nonostante ciò la missione venne considerata un successo.
Il racconto fantastico “Laika e la voce delle stelle”, scritto da Antonio Guerrieri e pubblicato dalla Caosfera Edizioni, narra questa storia dal punto di vista della cagnolina, parlando della sua paura, del suo rapporto con gli uomini e immaginando che una volta nello spazio senta una voce femminile. È la voce delle stelle, che le tiene compagnia e la conforta, parlandole.
Il racconto alterna la storia passata di Laika con il presente nella capsula spaziale, allietata dagli astri. Poco a poco si scopre che Laika si aggirava per le strade di Mosca con le sue due compagne, Albina e Muschka. Un giorno, passeggiando per le strade di quella città, Laika venne catturata assieme alle sue amiche e portata in un laboratorio dove venne nutrita, ma anche sottoposta a tanti strani e paurosi esperimenti: venne rinchiusa in gabbie piccolissime dove non riusciva neanche ad alzarsi, venne messa in una centrifuga e fatta girare a gran velocità fino a svenire, vestita con una sorta di tuta spaziale, nutrita con cibo disgustoso e strano.
Laika non capiva il perché di queste torture che gli uomini infliggevano a lei e alle sue amiche.
Alla fine venne caricata nella navicella spaziale stretta e angusta, dove rimase per tre giorni finché non venne lanciata nello spazio.
La voce che Laika sente, invece, le parla degli esseri umani e dei loro errori, in nome del progresso e del fatto che hanno dimenticato che è l’amore la base di tutto, non la conoscenza. Questo perché hanno fondamentalmente paura e si sono dimenticati che in ognuno di loro c’è un po’ di Dio e che la natura deve essere rispettata e non usata. Gli animali, invece, lo sanno da sempre e non riescono a capire i vani tentativi degli uomini. Per fortuna l’uomo non ha dimenticato del tutto questa legge di natura: alcuni sono ancora sensibili o capaci di creare arte e armonia, lasciando che l’amore li guidi.
Alla fine il presente e il passato si congiungono, e Laika, che poco a poco si è spenta sempre di più, chiude gli occhi e muore provando una gran gioia per il paradiso che la aspetta.
Emma Lusin
Istituto salesiano Bearzi – UDINE