ROMA – Come si può resistere ai continui attacchi alla memoria e all’intelligenza? La tempesta è un trucco, c’è un’azione più profonda e decisiva che chiede solo di essere agita. La tempesta è un trucco, c’è un’azione più profonda e decisiva che chiede solo di essere agita. Dopo 400 anni dalla partenza di Prospero, sull’isola ci sono solo Ariele e Calibano. Uno vive sempre nell’aria e immagina tutte le sue avventure. L’altro, attaccato alla terra, oscuro e istintivo, umano e carnale, prova dolore, rabbia, ha sempre fame. Tra Ariele e Calibano c’è un abisso incolmabile.
Lo spettacolo è una rivisitazione contemporanea delle figure della Tempesta di Shakespeare in forma di favola, è il tentativo di ribaltare i ruoli, di riconoscere a Prospero i suoi errori e ad Ariele e Calibano le loro ragioni. In questo tempo di coscienze sopite, bisogna tornare ad essere vigili, attenti a quello che accade intorno, difendere con ogni mezzo la libertà di espressione e la propria immaginazione. Perché le ali che abbiamo, a volte invisibili, non sono fatte per restare appese a un chiodo.
Ariele nasce come scrittura drammaturgica e vince il bando di residenza OFFX3 2011 dello Spazio OFF di Trento. È presentato in forma di studio in tre occasioni romane, oltre che a Trento. “In questi anni ho continuato a pensarlo e a cercare un possibile Calibano -spiega Ilaria Migliaccio-, adesso che l’ho trovato, Ariele diventa Ariele e Calibano”. Drammaturgia e regia Ilaria Migliaccio, con Monica Bandella e Ilaria Migliaccio, realizzazione scene Juan Pablo Etcheverry.
Giovedì 28 gennaio ore 21
HulaHoop Club
Via L.F. De Magistris, 91/93 – Roma
Ingresso gratuito con tessera associativa (euro 3)