ROMA – Chitarre in bilico tra reggae e manouche che si mescolano al calore dei fiati su un marchingegno ritmico fatto di tamburi e macchina da scrivere; basse frequenze affidate all’andamento gradasso e rubicondo del sousafono, un basso tuba da parata. Questa è la strumentazione dei Veeblefetzer, quartetto romano dal sound decisamente riconoscibile e originale. La band, da ascoltare e riascoltare, fonde le atmosfere del blues alle sonorità balcaniche e sud americane con una musica circense e piratesca.
Dopo l’esordio con l’EP ‘The Truth Is Overrated’, è uscito lo scorso 8 maggio il primo lavoro discografico del quartetto: “No Magic No Bullet” (Goodfellas / Fleisch) anticipato dal videoclip di “Money Comes Money Goes”. Il disco regala atmosfere e sonorità in un continuo dondolare tra magia e verità, fiati anticonvenzionali e ritmi rocamboleschi. Nell’album il reggae si fonde a sonorità gitane e folk fino ai confini del punk. Un viaggio goliardico e piratesco fuori dalle traiettorie della musica mainstream, all’arrembaggio degli stereotipi musicali e in continua ricerca dell’isola dell’originalità.
La voce graffiante e sporca del cantante Andrea ‘Mondo Cane’ Cota, il ritmo e la sperimentazione, le contaminazioni tra più generi e la capacità di portare avanti un’idea originale sono gli ingredienti che rendono i Veeblefetzer una band fuori dagli schemi. L’irreprensibile vivacità della band li ha portati negli ultimi due anni a macinare chilometri su chilometri suonando in lungo e largo per l’Italia e oltre: hanno partecipato come ospiti al Caterraduno di Caterpillar (Radio2), al Maui Waui Festival (UK), Roma Brucia Festival, Frammenti Festival, TolfArte, RoyMundo (rassegna curata da Roy Paci), Boomtown Fair (UK), Musikclub Openair (Austria), Ariano Folk Festival (AV), Live Rock Festival (SI). Ad agosto sono sono stati la band di apertura dei Gogol Bordello ad Eutropia Festival.
È uscito agli inizi di gennaio il video di “Boom The Roomba”, secondo singolo estratto da “No Magic No Bullet”, con il cammeo del funambolico Roy Paci e di Buz, il leggendario uomo uccello.
Veeblefetzer è un termine che arriva dalla rivista di satira e fumetti “MAD” nata negli anni ’50, veniva usato in riferimento a qualsiasi tipo di oscuro marchingegno molto complicato e che non avesse uno scopo ben preciso: non è un caso che il gruppo abbia scelto di chiamarsi così.