hamburger menu

Il ruolo dell’animatore digitale fra problem solving e il coding

Oggi a Roma, presso l'Istituto Giulio Verne di Acilia, il seminario "L'animatore digitale". Patrizia Sciarma, dirigente scolastica: è importante la didattica, lo sviluppo del pensiero computazionale

12 Febbraio 2016

ROMA – Il ruolo degli animatori digitali, l’informatica e i processi di apprendimento, il problem solving, il coding.  Questi alcuni degli argomenti trattati nell’ambito del seminario “L’animatore digitale”, che ha avuto luogo questa mattina a Roma presso l’I.I.S. via di Saponara (plessoGiulio Verne) di Acilia grazie alla partecipazione delle associazioni Aica e Anfor. Un incontro dedicato alla nuova figura introdotta dalla legge sulla “Buona scuola” per offrire orientamento ai tanti animatori digitali freschi di nomina che avranno la responsabilità di digitalizzare le scuole.

In questo quadro è intervenuto il prof. Giuseppe Albano, di Anfor, associazione promotrice di Logic, un programma per la didattica particolarmente utile ad addestrare i suoi utenti al problem solving che utilizza il linguaggio di coding Logo.

“Modelli di interazione didattica e non necessariamente tecnologia: è questo ciò che serve a una scuola per essere digitale”, ha spiegato Albano. “Non deve mancare una visione sistemica. L’animatore digitale è chiamato ad individuare soluzioni metodologiche. Perché la scuola digitale non è la scuola delle Lim e dei tablet, è la scuola che abbraccia l’approccio digitale, ovvero un modo di fare scuola che deve cambiare. L’animatore digitale ha un ruolo determinante”.

E’ d’accordo Giulio Chini, Direttore generale di Aica, partner di Anfor: “La cultura digitale non è di per se legata al computer. Il computer è lo strumento sul quale questa cultura si innesta. La cultura digitale permette di razionalizzare i problemi e risolverli attraverso dei processi mentali di tipo logico deduttivo”.

“L’AD dovrebbe occuparsi di innovazione al livello amministrativo e didattico”, ha spiegato Patrizia Sciarma, dirigente scolastica dell’I.I.S. Giulio Verne. “Le tecnologie non devono essere il fine ma lo strumento per la crescita dei nostri ragazzi. E’ importante la didattica, lo sviluppo del pensiero computazionale. Questo ha un enorme valore orientativo per i ragazzi e diventa un’arma contro la dispersione scolastica”, ha concluso Sciarma.

 

2017-05-16T12:57:42+02:00