Pronostici alla mano, non c’è davvero motivo di stupirsi. Che Leo Messi fosse l’indiziato numero uno al riconoscimento del Pallone d’Oro 2015, effettivamente, stavano cominciando a capirlo anche i muri. Ciononostante, la serata di gala datata 11 gennaio, avente in Zurigo la propria location, si è rivelata particolarmente degna di nota per il susseguirsi di qualche evento inaspettato, che ha contribuito agli ormai usuali pettegolezzi riguardanti i look dei protagonisti della serata stessa nel dare un po’ di brio all’atmosfera. Tanto per cominciare, impossibile non fare menzione della calorosa stretta di mano tra Leo e l’eterno rivale (occhio a non confondere con “acerrimo nemico”) Cristiano Ronaldo. Nell’atto di alzarsi alla nomina del vincitore, il campione argentino, invitato a salire sul palco per ricevere il trofeo, si è prima voltato sulla propria sinistra, verso il compagno di squadra che gli sedeva a fianco, Neymar, abbracciandolo affettuosamente, dopodiché sulla destra, per ricevere le sincere congratulazioni della stella portoghese del Real Madrid. Tipica scena da occhi lucidi per i più appassionati. Nel bel mezzo della folla entusiasta, tuttavia, insinuati tra chi aveva le mani violacee per l’enorme quantità di applausi che Leo stava strappando, o tra quelli che lo osservavano con occhi colmi di ammirazione, si celava qualche broncio deluso, combinato allo sguardo teso e imperscrutabile di chi non vede l’ora di andarsene: nientemeno che il commissario tecnico della Nazionale Italiana, Antonio Conte, seduto accanto al fedelissimo portiere bianconero Buffon. Dopo pochissime ore dalla consegna del quinto trofeo personale a Messi, comincia a circolare sul web la voce secondo cui i due si sarebbero astenuti dal voto, seguendo il diktat della Federazione. La motivazione appare subito tanto limpida quanto criticabile: si tratta di una sorta di minuscola protesta nei confronti della Fifa, colpevole del mancato inserimento dello stesso Buffon all’interno del listone dei candidati al Pallone d’Oro. Cominciano dunque a diffondersi in rete le più disparate opinioni, con la conseguente formazioni di due “partiti”. Un primo, tra le file del quale si schierano gli estremisti, a difesa del patriottismo o comunque di un merito che oggettivamente non doveva essere negato al numero uno bianconero, e un secondo, che racchiude invece coloro che arrossiscono, o semplicemente scuotono ironicamente la testa, al diffondersi di un evento che, sotto sotto, ritengono nascondere l’essenza del protagonismo e della permalosità dei diretti interessati. Ciò che non si può nascondere, né tanto meno cancellare, è tuttavia la magra e pessima figura rimediata a livello europeo dai nostri colori.
Simone Torricini 4E
Liceo Classico “Galileo” di Firenze