Molte persone nel mondo sostengono di avere nella testa un motivetto che li perseguita durante la giornata: mentre sono per strada, mentre fanno la doccia, si vestono, aspettano il bus. Si tratta di “earworms” cioè bachi delle orecchie. Riguardo a questo fenomeno sono stati svolti degli studi dall’università di Londra Goldsmiths: i ricercatori hanno chiesto a 17 volontari di impostare quattro giorni della loro vita sul ritmo di un motivetto, camminare a tempo, battere le mani o i piedi e canticchiare ogni tanto. Il tempo battuto aveva un margine di errore solo circa del 10%. Altri studi hanno dimostrato che questi motivi si insinuano nella nostra testa quando il cervello è in stand-by, quando non si richiede un grande sforzo delle capacità cognitive, soprattutto mentre siamo rilassati. Dei professori dell’università londinese hanno dato ai volontari dei compiti da fare: le persone che non facevano nulla di impegnativo erano quelle che sentivano i motivetti nella testa. Secondo dati raccolti da interviste rivolte a 3800 individui, i motivetti che ci rimangono in testa hanno molte caratteristiche in comune: intervalli irregolari e melodie che passano da alti e bassi. Il cervello registra e immagazzina quegli elementi inusuali e stimola l’individuo a risentirli ancora. La ripetizione è uno dei fattori più significativi del fenomeno: la ripetizione porta a conoscere la melodia e riascoltarla diventa più soddisfacente. Quando i produttori pensano alla musica la arricchiscono di trucchi capaci di attirare l’attenzione dell’ascoltatore e stimolare il desiderio di risentirli. Così ritornelli, spezzoni di canzoni e colonne sonore diventano come una droga di cui non si può fare a meno. Secondo un esperimento condotto su 12mila volontari la canzone più riconosciuta di tutte è “Wannabe” delle Spice Girls. Quello che colpisce in questo pezzo è soprattutto la parte rappata accompagnata da una sequenza con il basso, un ritornello molto articolato. Il musicologo Ashley Burgoyne ha detto in merito: “Si può sentire qualcosa solo un paio di volte e ancora dieci anni dopo ci si ricorda di quel ritmo”. Questo genere di musica può aiutare molto a vivere una vita serena e a rilassarsi, dunque non esitate ad ascoltarla e a farla vostra.
Giovanni D’Elia 1C
Liceo Classico “Galileo” di Firenze