In un lucernario,
arance mature,
su vimini asciutti abbracciati,
sussurrano madrigali d’onore,
rime d’amore
al copioso biondo raccolto
d’arte antica,
ora sotto l’occhio,
sotto l’acuto rintocco
della campana veloce.
La sedia antica, intrecciata;
un colibrì celeste,
ciglio di brezze d’ombra,
ortensia gentile,
rinvenuta nel pallore d’uno sguardo,
nella porpora tortuosa
di un grumo assorto,
del tutto assorbito
nei malintesi dei tempi.
Chi vuoi prender in giro?
Se solo tu puoi permetterti,
quale dea,
le sopracciglia folte
della foresta incantata?
Lucia Barbagallo II B Liceo Classico “G. Carducci” – Comiso(RG)