Dopo 15 anni al servizio dei turisti Sambo è morto di stanchezza.
L’elefante, una femmina di età comprsa tra i 40 e i 45 anni, ha condotto per ogni giorno dal 2001 centinaia di persone al tempio di Angkor Wat, il più grande del mondo e meta di pellegrinaggio in Cambogia.
Dopo aver camminato per 40 minuti e più di 2 km sotto un sole bollente e una temperatura di 40 gradi centigradi, Sambo si è accasciato a terra, perdendo i sensi e la vita a causa di un attacco cardiaco.
L’atroce sorte dell’elefante è stata documentata dalle foto dei testimoni e diffusa sul web.
Nell’indignazione comune sono insorti anche gruppi animalisti, che da tempo chiedono a gran voce la sospensionedell’utilizzo di elefanti per il trasporto dei turisti nel parco archeologico di Angkor in Siem Reap.
Su Change.org è partita una petizione che ha già raggiunto più di 30 mila firmatari: “Magari i turisti non si rendono conto della crudeltà di tutto questo, ma in tutto il mondo le creature senzienti impiegate a fini turistici sono almeno mezzo milione. E si tratta di animali selvatici strappati alle loro abitudini e al loro habitat”.
Recentemente, grazie alla World Animal Protection, 114 aziende globali hanno deciso di non offrire più servizi di visite turistiche su elefanti e spettacoli.