Non è compassione,
non è pena,
ma comprensione, partecipazione
del dolore:
sofferenza eterna
nel cuore, che
diventa dolore condiviso, fiorito tra le lacrime!
Una sola parola, neanche una
ne serve
per comprendere:
solo uno sguardo per connaturalità
ti butta
nella morsa del silenzio,
nell’oblio più profondo,
e il cuore sprofonda
in un sentimento di abisso e di sconforto.
Sensibilità,
pathos interiore,
rinascita dell’anima
da un solco senza tempo
riemergono,
riemergono PER SEMPRE…i pensieri, le cose, le persone!
Simona Nicita III A Liceo Classico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)