Riportami alla vita, oh notte dai pensieri troppo bui, viscidi ed insidiosi.
Riportami alla vita, durante la feriale routine, che involontariamente, meccanicamente, ossessivamente ripeti ogni dì!
Riportami alla vita…Svegliami, aprimi gli occhi alla luce, al candore, al chiarore dell’aurora!
Non abbandonarmi in questo abisso fluttuante, senza contorni, senza fondo, non farlo …potrei cadere senza il tuo appiglio…porgimi la mano, afferrami, trattienimi!
La mia timida esistenza affoga, quale foglia tumida che rapidamente, inesorabilmente si inabissa, se costretta a far da zattera ad una grossa pietra vischiosa, levigata dall’acqua putrida, dalla melma.
Riportami alla vita, passeggiando accanto al ciliegio…sul far del crepuscolo:
il tramonto oramai è giunto al suo tempo: sa che quel posto, dove si nasconde pateticamente ancora, non è più il suo, deve lasciare il posto ad altro!
Però non muore, riecheggia nei nostri più silenziosi e celati pensieri …altalenandosi con la speranza di poterlo rivedere sempre una volta ancora e, poi, ancora!
Orazio Pucci III B Liceo Scientifico – Istituto “G. Carducci” – Comiso (RG)