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Credere o non credere?

Elisabetta Uberti I.S.S.S. “Riva” Sarnico (BG)

 

La scienza senza religione è zoppa, la religione senza scienza è cieca.” Alber Einstein.

Credere è difficile, ma non credere è impossibile.”

Perché cammini se sei già morto? Se sei già morto pensa a come rinascere. Prendi un foglio e scrivi. Ama quelle parole e trasformati in ciò che hai scritto”. Un poeta.

Einstein aveva proprio ragione. Scienza e Religione sono sorelle unite da un legame indissolubile. Ma da dove nasce questo legame? Torniamo indietro nel tempo. La Religione nacque insieme all’evoluzione umana. Man mano che l’uomo primitivo progrediva, esso sentiva il bisogno di giustificare a se stesso i comportamenti dell’ambiente che lo circondava. Un esempio? I Maya erano convinti che carestia e siccità fossero punizioni mandate dagli dei per la loro poca fede e, di conseguenza offrivano sacrifici in nome di questi Dei, per renderli benevoli ed ottenere così il perdono e la fine delle piaghe. I Vichinghi credevano che i fulmini venissero scagliati dal dio Thor mentre lottava contro i suoi nemici. Potrei fare tanti altri esempi, ma penso di essere arrivata al punto. L’uomo antico, non avendo a disposizione le tecnologie attuali, creava miti intorno ai fenomeni naturali, per giustificare così il loro avvenire. In seguito questi miti si sono trasformati in culti, ed i culti in religioni, fino ad arrivare ad oggi.

Fino a pochi anni fa (circa negli anni ‘60/’70), la religione era ancora un piedistallo fondamentale della società odierna, ma poi, cosa è successo? Tantissime persone oggi amano definirsi atee, ovvero e non credono in nessun Dio, ma solo in quello che possono toccare e vedere con i proprio occhi. Io non credo che queste persone siano veramente sicure di quello che affermano. Nel corso degli anni, la Religione ha perso rilievo non solo per i vari scandali scoperti all’interno della Chiesa Cattolica (giusto per citare un esempio), ma anche perché con il progredire scientifico (scoperta della gravità, evoluzione Darwiniana, i moti dei pianeti, ecc..) Dio è venuto in qualche modo a mancare. Zarathustra diceva: “Dio è morto” e forse aveva ragione. La capacità di dimostrare la realtà fisica in modo quantistico ci ha tolto la fede. Ma è forse la fede così sbagliata? Se prestiamo attenzione, noteremo che, in fondo, la Religione è una forma primordiale di filosofia. Perché la pioggia ha inondato il mio raccolto? Perché le stelle si vedono solo di notte? Perché il sole sorge il mattino? Tutte queste domande, per le quali si possono trovare altrettanti miti, scaturiscono dal bisogno di conoscenza e curiosità dell’uomo. Quindi, non è forse la religione che ha ispirato le più grandi scoperte scientifiche degli ultimi secoli? Il bisogno di dimostrare che ci fosse qualcosa di più che la volontà di Dio dietro le cose.. per questo al giorno d’oggi la Religione è sottovalutata. Essa viene vista come la semplice volontà capricciosa di una entità della quale non siamo sicuri dell’esistenza. Ma non è forse profondamente triste tutto questo?

Credere è difficile, ma non credere è impossibile.” La fede fa parte di noi, molto più di quando noi non ne siamo a conoscenza. Tutte le nostre nozioni, sono basate sulla pura fede, è una cosa che ci viene insegnato sin da bambini. Un bambino è sicuro che il sole il mattino sorga? No, perché non sa cos’è il sole. Un adulto è sicuro che il Sole sorge al mattino? Certo, ma perché? Perché gli è stato insegnato dai suoi genitori, e cos’è questa se non fede? Come puoi tu non credere a niente? E’ impossibile. Persino i filosofi credevano nella certezza dell’incertezza, e allora perché la Scienza è accettabile e viene vista come moderna, ed invece la Chiesa passa per vecchia e bigotta? E’ solo questione di periodo storico. Come agnostica,ovvero persona che riconosce la presenza di un’entità superiore che però deve ancora identificare, non me la sento di escludere nessuna possibilità. E comunque nella vita purtroppo non tutti nasciamo filosofi, scienziati o poeti. Dove la Scienza non arriva, cosa rimane? Davvero tu, lettore, sei in grado di dirmi che, dopo la morte, noi diventiamo nulla? Ne sei certo? Se la tua risposta è si, ti faccio i miei complimenti, ma non posso non nascondere una risatina di scherno. Hai scelto la via più facile. Non credere a niente è la liberazione massima di un cuore superficiale. Non credere ti libera dal vincolo della ricerca. Personalmente, ho sempre creduto che le persone credenti, i fedeli, fossero in qualche modo da invidiare. Sono persone molto forti. Da dove prendono quella fede, quella certezza? Da dove prendono la forza di credere? Perché la fede attiva è forza, non codardia. Codardia è dire,per esempio, “Sono cattolico non praticante.” Come si può essere cattolici non praticanti? Insomma, lo sei o non lo sei? Non vi è nessuna vergogna nell’ammettere l’esistenza di un dubbio, anzi, significa che sei umano. Anche i credenti hanno i loro dubbi, ma il fatto che questi non vengano scatenati da un argomento così ampio e ambiguo mi sconvolge sempre. Come fai a trovare la fede, perderla e poi riconquistarla? Dov’è l’imbroglio? A te la gloria di una vita felice. Per noi agnostici, la ricerca è in pausa, una pausa che ahimè molto spesso dura come la vista stessa, mentre per gli atei la ricerca è inutile e priva di significato. Non siamo forse noi le pecore smarrite?

In conclusione, voglio dirti, lettore, di non giudicare un uomo in base alla sua fede. Anzi, non giudicarlo proprio. Tutti quanti desideriamo la pace, che essa finisca con la morte o che essa continui nel Paradiso sta ad ognuno di noi decidere, ma mentre siamo qui, impegnamoci nel recupero del rispetto verso quello che tutti, in modo indifferente, siamo: persone, fatte di emozioni e viaggi, in continua evoluzione all’interno di un piccolo pianeta davvero troppo piccolo e breve, per darci il tempo di odiare.

Elisabetta Uberti classe 5 A marketing I.S.S.S. “Riva” Sarnico (BG)

 

2016-05-10T10:24:15+02:00