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YES WE CONDOM, OR WE MAKE A TEST

Arianna Bianchi I.S.S.S. “Riva” Sarnico (BG)

 

Ci sono due sigle che solo al sentirle, ci fanno paura, sono HIV e AIDS.
In realtà questa paura è la conseguenza di un approccio sbagliato rispetto a questa malattia, che può rivelarsi sì rischiosa, in quanto non esistono vaccini o cure a lungo termine, ma è importante sapere che può essere prevenuta al 100%.

Perchè dunque il nostro approccio risulta spesso sbagliato?
La risposta è semplice: la disinformazione genera un’ignoranza che porta a fraintendimenti e a frequente emarginazione sociale, sulla quale ritorneremo dopo aver chiarito alcuni punti fondamentali.
“Osare la Speranza 2.0” è una mostra che, tramite illustrazioni realizzate da studenti di diverse scuole, ha ricordato nel nostro territorio, tra i giovani e non solo, l’importanza di conoscere più a fondo questa infezione, per tutelare le nostre vite. La parola chiave è “prevenzione”.
Quanti di voi credono di conoscere veramente l’HIV e l’AIDS? Cosa sono veramente e come si possono sconfiggere?
L’ HIV è una sigla inglese che significa virus dell’ immunodeficienza umana; l’AIDS, ovvero sindrome da immunodeficienza acquisita, è la fase della malattia avanzata causata dal virus stesso, che se non curata può portare a conseguenze fatali.
L’ HIV è trasmissibile tramite sangue, fluidi sessuali (sperma e secrezioni vaginali) e latte materno. Dunque ci sono solo tre situazioni che possono provocare un’infezione: contatto con sangue infetto, principalmente attraverso l’uso e lo scambio di siringhe infette, tra una mamma e il suo bambino durante gravidanza, parto e allattamento (trasmissione verticale), rapporti sessuali non protetti, inclusi i rapporti orogenitali. L’HIV non si trasmette tramite saliva, sudore, lacrime, urine e feci perciò non si trasmette attraverso abbracci, carezze, baci, tosse, vestiti, stoviglie in comune, biancheria e lenzuola, insetti o animali (in quanto è un virus esclusivamente umano).
Quindi si possono frequentare ambienti pubblici come piscine, saune, palestre, gabinetti, scuole, luoghi di lavoro, locali pubblici e mezzi di trasporto senza temere di essere infettati da questo virus… il vero rischio è soprattutto nella camera da letto!
Detto questo, appare evidente, che la paura di contrarre il virus da una persona con HIV è per lo più generata da luoghi comuni e che passare il proprio tempo in compagnia di una persona infetta, se prese le dovute precauzioni, non è assolutamente rischioso per la nostra salute.
Nonostante i mezzi per proteggerci esistano e siano facilmente reperibili (preservativi), ogni anno si verificano sempre nuovi casi di infezione da HIV, anche se oggi chi si sottopone regolarmente ai test ed è a conoscenza della propria condizione, curandosi ogni giorno e in tempo, ha un’aspettativa di vita pari a quella delle altre persone non affette da HIV.
Negli Stati Uniti, l’AIDS è la seconda causa di morte fra i giovani (gli incidenti stradali e altri incidenti vengono prima). Nell’Africa Subsahariana, l’AIDS è la prima causa di morte fra le persone di ogni età.

Anche in Italia la situazione rimane grave , infatti ogni anno sono quasi 4000 le persone che scoprono di avere l’HIV, molte delle quali purtroppo a distanza di anni dal momento dell’infezione. Ma scoprirlo è importante e non deve spaventarci eccessivamente. Oggi curarsi è possibile ed efficace, in proporzione alla tempestività di intervento, inoltre è molto facile fare un test per HIV e malattie sessualmente trasmissibili. In Italia esiste la possibilità di controllarsi gratuitamente e in modo anonimo, recandosi presso appositi centri (reperibili sul sito internet ASL) senza necessità di impegnativa del medico, in modo da garantire maggior riservatezza riguardo ad un tema che, purtroppo, lascia ancora spazio all’ emarginazione sociale.
Infatti non mancano casi in cui, dopo aver reso pubblica la propria condizione, le persone con HIV subiscono ingiustamente licenziamenti, difficoltà di integrazione scolastiche o sportiva, nei casi peggiori persino l’allontanamento delle persone care: tutto questo è generato dall’ignoranza in merito, dalla paura di essere contagiati senza nemmeno conoscere come ciò può avvenire.
L’incontro con una delle organizzatrici della mostra mi ha sensibilizzata molto, per questo, ho, per quanto mi è stato possibile, parlato con le persone a me vicine dell’argomento, dato risposte e consigliato un test, ovviamente partendo dal mio esempio.

Non dobbiamo vergognarci di parlare di questo argomento, anche perchè parlarne apertamente non significa dover esplicitare al prossimo la nostra condizione. Questo è un principio difeso dallo stesso Stato, che garantisce il diritto di non dover rivelare ad altri questi personalissimi aspetti, ma è anche un nostro dovere condividere ciò che di giusto conosciamo con chi crede solo di sapere, ma spesso si sbaglia.
Mi auguro che, dopo aver letto questo articolo, ed esservi documentati tramite internet, riviste o libri, tutti voi sappiate veramente di cosa si tratta e specialmente non abbiate timore nel relazionarvi con una persona portatrice del virus, ma al contrario, lo facciate con entusiasmo sempre rispettando tutte le precauzioni, nel caso tra voi possa nascere più di un’amicizia…

Amatevi dunque, ma con le dovute precauzioni, ricordando che FB e gli altri social network servono anche a dare informazioni!


La conoscenza è l’unica arma per abbattere la paura e godersi la vita, fino alla fine!

L’epidemia globale di HIV/AIDS è una crisi senza precedenti che richiede risposte senza precedenti. In particolare ci richiama alla solidarietà – tra sani e malati, tra ricchi e poveri, ma soprattutto tra nazioni ricche e nazioni povere. Abbiamo già 30 milioni di orfani. Quanti ne servono ancora per svegliarci?
(Kofi Annan)

È difficile rispondere qual è il momento più felice della mia vita. Molti pensano che fu quando individuai il virus Hiv. Non è così: quella scoperta aprì solo mille altre domande. La mia vera felicità sarebbe trovare una cura per l’Aids o per il cancro. Ma ormai mi sono convinto che l’unica strada possibile è quella della prevenzione, con il nostro stile di vita
(Luc Montagnier)

Noi non giudichiamo queste persone, non domandiamo loro che cosa è successo loro o in che modo si sono ammalati: ci limitiamo a vedere il loro bisogno, e a prenderci cura di loro. Penso che, attraverso l’aids, Dio ci stia dicendo qualcosa, dandoci un’opportunità per mostrare il nostro amore. Le persone affette da aids hanno risvegliato l’amore più tenero in altri che magari lo avevano relegato al di fuori della propria vita, dimenticandolo.
(Madre Teresa di Calcutta)

Arianna Bianchi 4 A TURISTICO I.S.S.S. “Riva” Sarnico (BG)

2016-05-10T11:07:59+02:00