hamburger menu

Omofobia, Mattarella: riflettere su centralità della dignità umana

Il 17 maggio del 1990 la cancellazione dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali

omofobia 2ROMA – Nata nel 2004, la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia – IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia – promossa dall’Unione europea, si celebra oggi, 17 maggio, con l’obiettivo di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione proprio contro la discriminazione di genere. La Giornata fu ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003), a 14 anni dalla decisione (17 maggio 1990) di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.

“La Giornata mondiale contro l’omofobia e la transfobia – ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, offre l’occasione di riflettere sulla centralità della dignità umana e sul diritto di ogni persona di percorrere la vita senza subire discriminazioni. La piena realizzazione di questa libertà, che deve appartenere a tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale delle persone, e’ essenziale per la costruzione di un ordinamento che garantisca il pieno rispetto dei diritti fondamentali e costituisca un pilastro della convivenza civile, in applicazione del principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Costituzione”.

“Sulla capacita’ di respingere ogni forma di intolleranza si misura la maturità della nostra società – prosegue il capo dello stato -. L’intolleranza affonda infatti le sue radici nel pregiudizio e deve essere contrastata attraverso l’informazione, la conoscenza, il dialogo, il rispetto”. “La non accettazione delle diversità genera violenza e per questo va contrastata con determinazione – dice ancora Mattarella -. È inaccettabile che l’orientamento sessuale delle persone costituisca il pretesto per offese e aggressioni. Così come e’ inaccettabile che ciò determini discriminazioni sul lavoro e nelle attività economiche e sociali. Dietro queste forme di degenerazione del vivere civile vi e’ il rifiuto di conoscere e accettare le peculiarità di ciascuno”.

Poi sottolinea che “la Costituzione richiede, all’articolo 2, di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, non solo come singolo ma anche nelle formazioni sociali in cui si realizza la sua personalità. E la Corte costituzionale ci ha ricordato che la realizzazione di questi diritti, non può essere condizionata dall’orientamento sessuale, perché tra i compiti della Repubblica vi e’ quello di garantire il libero sviluppo della persona nella vita di relazione”.

2016-05-17T11:54:39+02:00