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Riflessioni in libertà sul concetto di “guerra santa”

Ginevra Comanducci & Chiara Monetti Liceo Classico “Galileo” di Firenze

 

In seguito a fatti così tremendi e allarmanti come quelli di venerdì 13 novembre 2015, è facile e quasi immediato pensarli come fatti unici e mai visti, quando invece nella storia si sono susseguite più e più volte vicende simili, se non uguali.
Per un classicista, il pensiero si dirige subito al primo grande persecutore dei cristiani: Nerone.
Dopo il grande incendio di Roma, del 64 d. C., l’imperatore usò la piccola comunità cristiana, che stava crescendo in città, come capo espiatorio per allontanare ogni sospetto nei suoi confronti. Si calcola che furono messi a morte dalle 200 alle 300 persone, tra cui Pietro e Paolo, uccise nei modi peggiori. Ma non fu, purtroppo, l’ultima, poiché sotto molti altri imperatori, fino a Costantino, la comunità cristiana fu tormentata per le più varie ragioni.
A parti inverse, non è da dimenticare l’orrore delle crociate, le prime vere guerre sante. Condotte questa volta da uomini con una croce sullo scudo, che marciavano in nome di un unico Dio in difesa della Chiesa, contro il popolo musulmano. Si stima che già solo nella prima crociata parteciparono circa 40.000 uomini, molti dei quali aristocratici poiché il senso di appartenenza alla propria religione era ben più sentito.
Nel Medioevo, durante il periodo delle inquisizioni, i cristiani perseguitarono persone della loro stessa religione, colpevoli davanti alla Chiesa di aver commesso determinate eresie. Con questi mezzi si pensava di poter evitare ulteriori divisioni all’interno del cristianesimo. Gli eretici, come i valdesi, venivano sottoposti a un processo e se non confessavano o ritrattavano le proprie idee si poteva arrivare addirittura alla tortura.
Dopo la grande divisione avvenuta con la riforma protestante di Lutero, si susseguirono le cosiddette guerre di religione che sconvolsero l’Europa. Si conclusero formalmente nel 1648, con la fine della guerra dei trent’anni.
Tutto il contrario avvenne in Francia, dopo la Rivoluzione Francese. Durante gli anni del Terrore, infatti, i sacerdoti vennero perseguitati e nei migliori dei casi condannati all’esilio, mentre le chiese vennero vandalizzate o abbandonate. Questo comportò un radicale cambiamento di culto nella popolazione: molti infatti optarono per quello della Ragione, o semplicemente diventarono laici.
Anche in periodi più recenti, il mondo è stato ed è ancora sconvolto dalle guerre che si combattono ogni giorno, in cui muoiono migliaia di persone. Eppure ci sono stati anche esempi di lotte non violente, combattute senza armi e senza morti. Basti pensare che Gandhi è riuscito ad ottenere l’indipendenza dell’India e Martin Luther King i diritti per la popolazione afroamericana, entrambi marciando pacificamente. Lo stesso cercò di fare Nelson Mandela in Sudafrica e tutt’oggi si trovano esempi simili, come le marce durante il Gay Pride in vari stati del mondo.
Ci sono ancora, purtroppo, alcuni paesi in cui le persecuzioni sono all’ordine del giorno, come in Corea del Nord, dove sono stati addirittura costruiti campi di prigionia, in cui molti detenuti muoiono ogni anno di fame e di freddo.
Ritornando al filo iniziale (ormai perso), potremmo essere portati a pensare che il Jihad, un termine abusato e dal significato tutt’altro che chiaro, abbia origini recenti, quando invece ha anni di storia alle spalle. Come tutti i testi sacri, anche il Corano deve essere interpretato e come tutti sanno l’errata interpretazione può portare al fanatismo e ad atti sconsiderati come quelli di Parigi. Queste persone credono nello Jihad offensivo, ossia una guerra di conquista nei territori non musulmani nel tentativo di sottomettere questi al dominio islamico. Molti altri, invece, ripudiano la guerra, se non a scopo difensivo. Questa scuola di pensieri è appunto chiamata Jihad difensivo.
Ma, come spesso capita, molti pensano che per uno scopo, che riteniamo giusto e addirittura sacro, ogni mezzo sia lecito…

Ginevra Comanducci & Chiara Monetti
Classe 2C – Liceo Classico “Galileo” di Firenze

2016-05-26T11:30:06+02:00