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La plastica biodegradabile? Secondo l’Onu, solo un’illusione

Lorenzo Paciotti Liceo Classico “Galileo” di Firenze

 

È facile essere amici dell’ambiente. Basta, ad esempio, prendere buste di plastica biodegradabile quando si va a fare la spesa, giusto? Non è così semplice, nella realtà dei fatti, dato che quel materiale, a lungo osannato come la soluzione per molti problemi di inquinamento, è in realtà tanto nocivo quanto il gemello non “green”.
A spiegarlo è Jacqueline McGlade, capo dei ricercatori dell’Unep, l’agenzia dell’ONU per l’ambiente: “la plastica biodegradabile è piena di buone intenzioni” ha dichiarato in un’intervista al quotidiano britannico “Guardian” in occasione dell’Assemblea Onu dell’Ambiente a Nairobi, “ma è sbagliata”. Molta plastica etichettata come biodegradabile, ad esempio le sopraccitate buste dei supermercati, si dissolve in realtà soltanto a temperature superiori ai 50 gradi centigradi, temperature che non si misurano mai nell’oceano, costante loro destinazione finale. Oltre a questo, lo scioglimento dovrebbe essere svolto grazie all’esposizione ai raggi UV; peccato che molti degli oggetti in questo materiale non siano galleggianti, e finiscano perciò in profondità, dove i raggi solari non riescono ad arrivare e di conseguenza ad azionare il tanto augurato disgregamento del suddetto materiale nell’ambiente circostante.
La soluzione? Difficile trovarne una su larga scala, ovviamente, ma la ricercatrice non si limita a denunciare il fatto, bensì fornisce una proposta al riguardo, un’alternativa all’inutile, come si è visto, scelta del materiale biodegradabile. Soprattutto per quel che riguarda i Paesi più poveri e in via di sviluppo, un’ottima soluzione per l’inquinamento da plastica è la raccolta differenziata, combinata ovviamente col riciclaggio. Nulla di nuovo sotto il sole, insomma, senonché quasi ironicamente alcune sostanze aggiunte alla plastica per renderla biodegradabile ne rendono più complesso il procedimento di riciclaggio.
Alla stessa Assemblea è stato presentato un ulteriore rapporto, il quale stima che nel 2014 siano finiti nei mari tra i 5 e i 12 milioni di tonnellate di plastica; e fornisce anche dati sulla densità delle microparticelle tossiche per gli animali marini galleggianti nei mari: in media ben 60mila per chilometro quadrato. E sicuramente molte di queste sono plastica ritenuta, erroneamente, biodegradabile…

Lorenzo Paciotti
Classe 3E – Liceo Classico “Galileo” di Firenze

2016-07-22T15:34:25+02:00