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La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine

Ginevra Comanducci Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze

 

Sono passati solo pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. I deportati sono stati tutti liberati e ognuno è tornano a casa, alla propria amata, confortevole e accogliente casa. Ma con un’unica differenza: ormai sono passati troppi anni e la gente già ha cominciato a rubare dalle case di coloro che erano stati portati via, verso i campi di concentramento. “Tanto non tornano, quelli lì. Le case di certo non possono rimanere disabitate, e poi tutte quelle loro ricchezze, tutti quei mobili! Dopotutto sono nostri per diritto”, ecco quello che pensavano. E la cosa peggiore è che in realtà, l’orrore, non era felicemente terminato dopo la fine della guerra. Uccisioni a destra di coloro che tornavano e ai quali non si volevano restituire i beni rubati, altre uccisioni a sinistra, perché, ad esempio, gli ebrei venivano ancora considerate delle minacce per la popolazione, ancora come un popolo cattivo. E poi c’era, c’è, il terrore peggiore di tutti: i ricordi. Quelli non se ne vanno, restano lì annidati e spuntano fuori quando meno te lo aspetti. Sono ricordi che fanno male, che ti bucano il petto, te lo lacerano perché con essi non puoi fare a meno di ripensare alla morte di tutti i tuoi familiari, di tutti i tuoi amici o semplicemente anche di persone che non conoscevi ma che, del resto, erano innocenti. Ti schiacciano a volte, quei ricordi. Ti riportano alla mente l’attimo in cui sei caduto e una SS aveva cominciato a picchiarti. Ma il dolore vive anche nei momenti che avevano preceduto la deportazione: espulsioni dalle scuole, licenziamenti, insulti colmi della ferocia nazista che escono dalle bocche di coloro che un tempo ti avrebbe donato il mondo. E vive anche nei giorni successivi alla liberazione: non si ha più una casa, nessuno di cui fidarsi, i luoghi della vita quotidiana sono andati distrutti. E la vita quotidiana stessa non esiste più: ora è solo un quotidiano terrore che si protrae per tutto un giorno. Sono proprio questi tipi di ricordi che, si pensa, risiedano nella testa del nonno di Jacob, un ebreo polacco che purtroppo la guerra l’ha vista anche troppo da vicino. Una volta morto l’anziano familiare, Abraham, il sedicenne decide di intraprendere un viaggio curioso, determinato a scoprire che cosa si cela dietro i misteriosi racconti del nonno. Ciò lo porta su un’isola apparentemente tranquilla, ma dal fascino abbastanza inquietante. Inquietante proprio come le fotografie di Abraham, le quali ritraggono bambini dai volti ormai ingialliti ma alquanto bizzarri e che lui stesso sosteneva dotati di poteri speciali. Sì, ecco come si chiamano: i bambini speciali. Abraham raccontava al nipote che loro erano davvero straordinari, ma bisognava fare attenzione perché erano anche molto pericolosi. Vivevano in una vecchia casa, detta di Miss Peregrine, che ormai si supponeva vuota e priva di ogni presenza di vita. Ma questo non abbatte l’animo del giovane Jacob, il quale una volta esplorati i corridoi e le camere da letto abbandonate, spoglie e logore, capisce che quei bambini non erano solo speciali, ma erano dotati di veri e propri poteri, cosa che li aveva portati ad esser protetti dagli sguardi indiscreti di un mondo che non avrebbe mai capito. Ma qualcosa dice a Jacob che la situazione sta per cambiare, soprattutto ora che sa che quei bambini potrebbero essere ancora in vita. Ciò significherebbe che le minacce, su di loro, non hanno ancora smesso di premere, soprattutto quelle più oscure e più grandi che sarebbero capaci di distruggerli.
Ora immaginatevi la scena: c’è una casa abbandonata lì, su quell’isola deserta. Le voci dicono che sia posseduta da entità sovrannaturali, ma questo alimenta la sua aurea di mistero e anche la vostra curiosità. Entrate, vedete una scala. Voi ovviamente volete salire al piano superiore. Mettete un piede su uno scalino, che puntualmente scricchiola. E poi si sente una risata, dolce e pungente allo stesso tempo, che risuona nel silenzio. Secondo scalino, e vedete un’ombra muoversi velocemente dietro di voi. Terzo scalino, altra risata e così continua fino a che non vedete in un angolino una figurina minuta. Cosa fareste se scopriste che quella figurina minuta potrebbe, non so, trasformarsi in una qualche assurda creatura magica che sputa fuoco, ha la testa da leone, le corna da alce e il corpo di un serpente? Potremmo rimanere tutti particolarmente affascinati, proprio come potremmo fare davanti ad una sposa cadavere, a un tizio dalle mani di forbice o al re di Halloween. E probabilmente l’idea di vivere un’altra esperienza strana e fuori dagli schemi ha stuzzicato il genio di Tim Burton, portandolo a mettere su pellicola il romanzo “La casa per Bambini Speciali di Miss Peregrine”, scritto da Ransom Riggs. Quest’ultimo vive oggi a Santa Monica in California, dopo aver vissuto in Florida dove sono ambientate anche la gran parte delle scene cinematografiche. Il film uscirà nelle sale americane il 29 settembre 2016, in quelle italiane invece il 25 dicembre dello stesso anno, anche se la data precedente era stata stimata per circa tre mesi prima. Il film vedrà protagonisti Eva Green, Asa Butterfield, Samuel L. Jackson, Alison Jenney, Chris O’Dowd, Judy Dench e Rupert Everett. Che poi l’autore del libro sia stato ispirato dalla fattoria di 200 anni in Maryland, dove è nato oppure da antiche fotografie, raccolte le quali aveva proposto all’inizio di scrivere un racconto illustrato, o magari anche dai racconti della Seconda Guerra Mondiale ascoltati da un nonno, è tutto probabile. Sono tutte e tre ipotesi molto concrete e anzi, chi dice che magari la stessa storia su questi bambini speciali non sia vera? Scopriamolo al cinema, dunque…

Ginevra Comanducci
Classe 2C – Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze

2016-07-25T11:43:55+02:00