Sono iniziati gli scavi nel cratere di Chicxulub, nel Golfo del Messico, con il meraviglioso fine di sciogliere segreti e misteri dell’asteroide che 66 milioni di anni fa sterminò i dinosauri. Serviranno due mesi di lavoro per realizzare il pozzo di 1500 metri di profondità, distante 30 km dalle coste del Messico, che servirà per prelevare campioni di roccia dal cratere: grazie a questi dati, per la prima volta, si riuscirà a ricostruire dinamica ed effetti dell’impatto. Oltre a questo, la spedizione di prefissa come obiettivo anche di sapere se dopo l’impatto devastante qualche specie si è stabilita sulle rocce del cratere, e magari se qualcuna lo abita tuttora. Non a caso, Joanna Morgan, che partecipa al progetto spiega che “sulla Terra primordiale vi furono impatti anche più eclatanti di questo” e che “probabilmente la vita ebbe origine in crateri simili”. Il cratere che verrà a breve esaminato è l’unico che ha sicuramente avuto ripercussioni su una distruzione di massa ed un anello di detriti, secondo una struttura simile a quella che hanno prodotto l’impatto di crateri su Luna e Marte. I nuovi dati faranno capire se il cratere (14 km di diametro) abbia scavato la superficie per 20-30 km di profondità, facendo sì che le rocce si fondessero e fossero scagliate fino a 10 km d’altezza, dando vita poi, precipitando, all’anello di detriti. 10 milioni sono stati sborsati dall’Ecord per la realizzazione del progetto, coordinato da prestigiose università di USA, Messico ed Inghilterra. Per riuscire a trivellare si farà uso di una speciale piattaforma, utilizzando l’imbarcazione Myrtle, che verrà ancorata a tre pilastri sul fondo dell’oceano. Sicuramente, la sfida per i ricercatori è intrigante ed affascinante, tra difficoltà che decisamente valgono la candela. Sono certo, infatti, che sono tanti nel mondo a voler avere maggiori certezze e meno misteri su un evento che ha cambiato per sempre la storia del nostro pianeta.
Giulio Bacci
Classe 2D – Liceo Classico Statale “Galileo” di Firenze