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Bermuda. Come fare un viaggio low cost in un paradiso fiscale

Visitare il gioiello dell’Atlantico è possibile, bastano poche ma decisive accortezze

Bermuda, Turtle Bay. Foto on instagram @cketo

Bermuda, Turtle Bay. Foto on instagram @cketo

St. George’s Island – Avete tempo fino alla fine di ottobre per andare a Bermuda, paradiso fiscale (e terrestre) in mezzo all’Oceano Atlantico, meta di celebrity e importanti businessman di tutto il mondo. Favola degli anni ’80 e ’90, ancora oggi è frequentato dall’upper class newyorkese e britannica, ma qualcosa è cambiato e il piccolo eden soffre la crisi. Per quanto le ville dei milionari, compreso il cottage lussuosissimo di Sir. Berlusconi, siano meta di pellegrinaggi via mare, il turismo ha subìto incisivi cambiamenti. I bermudiani, disponibili e sorridenti, sono i primi a raccontare che la vita non è più come una volta, arrivano perlopiù visitatori di passaggio su enormi navi da crociera  e i tanti expat che hanno fatto fortuna sull’isola iniziano a spostarsi altrove. Molto presto però l’arcipelago potrebbe tornare sulla cresta dell’onda, Bermuda nel 2017 ospiterà infatti la famosissima e blasonata America’s Cup. Approfittatene in questi mesi allora, perché una vacanza low cost oggi è possibile! Grazie al suo clima subtropicale l’isola è bellissima anche in inverno, la temperatura non scende mai sotto i 15 gradi e ad aprile si avvistano le balene.

A meno di due ore da New York e da molti aeroporti della costa orientale, Bermuda è un arcipelago composto da 180 isole, di cui sette sono collegate da ponti e da una buona rete stradale. 33 chilometri da percorrere facilmente su strade mozzafiato che tagliano enormi distese di campi da golf, siepi di ibisco e cespugli di oleandro. Spiagge deserte, colori tropicali, atmosfera british e ritmi molto esotici; i colori dei cottage richiamano lo spettacolo della natura: il rosa dell’alba e del tramonto, l’azzurro del cielo e del mare, il verde dei prati. Non è un caso che in ogni angolo dell’isola i bermudiani lascino una sedia o una poltrona, il messaggio è chiaro: take your time! Fermati, respira e contempla la bellezza. È abitudine dei local parcheggiare le auto sui prati e allestire gazebo vista mare, alcuni mangiano, altri giocano a dadi, altri ancora leggono; uno stereo suona musica raggae e calypso.  Pensare che i marinai del XVI secolo le chiamassero Isole del Diavolo fa impressione, per noi oggi è il gioiello dell’Atlantico. Dal mare spuntano tanti isolotti quanti relitti, se ne contano più di 500, sono le navi che per centinaia di anni si sono incagliate sulla barriera corallina che circonda l’arcipelago. Pescatori e marinai raccontano suggestive storie di pirati, ogni relitto ha un racconto e sotto al mare c’è una natura mozzafiato.

Con il giusto anticipo e qualche accortezza Bermuda è alla portata di tutti, condividiamo con voi le istruzioni per sopravvivere dignitosamente sull’isola.

  • Prenotate l’aereo per tempo, dall’Italia partono voli British Airways oppure prenotate un volo interno dopo un viaggio sulla costa orientale degli USA (American Airlines o Delta).
  • Scegliete una casetta con angolo cottura, su airbnb il prezzo in alta stagione per una stanza parte dai 78$ a notte (in due), da 84$ invece per un appartamento, cifre competitive con tutto il resto del mondo. Potete fare la vostra ricerca anche su Home Away o Bermuda Rentals.
  • Affittate uno scooter per tutto il periodo della vacanza, il costo è di circa 30$ al giorno, ma è senza dubbio l’investimento migliore da fare. Mettete in conto da subito che la guida è a sinistra e il limite di velocità è di 35km/h, ai turisti non è consentito noleggiare macchine sia per non congestionare il traffico sia per rispettare l’ambiente.
  • Pianificate un paio di escursioni durante la vacanza. Noleggiare una barchetta per 4 ore ha un costo di 150$, il prezzo per 90 minuti su un jet ski (moto ad acqua) è di 120$ in due.
  • Non appesantite la valigia, l’arcipelago non impone un dress code pretenzioso. Vedrete fascinosi ed elegantissimi uomini d’affari in pantaloncini bermuda e calzettoni sotto al ginocchio, ma i ritmi esotici sono contagiosi; lascerete le scarpe da ginnastica appena scesi dall’aeroporto e, a malincuore, dovrete rinfilarvele per il rientro.
  • Rinunciare a patinati ristoranti extralusso non sarà un problema, sopravvivere alle proposte culinarie locali per un raffinato palato italiano è impresa ardua. La cucina bermudiana prevede purtroppo solo fried fish e mortifica il cibo con una potente dose di burro e salse di ogni tipo.
  • Non potete però lasciare l’isola prima di aver assaggiato la “Bermuda Fish Chowder, una zuppa di pesce dalle note piccanti condita con il Gosling’s Rum, un must in tutti i ristoranti.
  • Prendete un “Dark & Stormy” nel primo posto utile, è il cocktail tipico di Bermuda, l’unico drink al mondo su cui pende una licenza ufficiale, che appartiene ovviamente ai Gosgling Brother, i produttori del Gosling’s Rum. È buonissimo ed è diventato il leit motiv della nostra vacanza, prepararlo a casa è davvero facile: ci vogliono 6 cl di Gosling’s Black Seal Rum’s originale e 10 cl di ginger beer.
  • Assaggiate il “Bermuda Rum Swizzle, un cocktail a base di succo di lime, ananas, arancia, sciroppo di zucchero, qualche goccia di angostura, black rum e gold rum. I local lo bevono a qualsiasi ora, provatelo allo Swizzle Inn, un’istituzione a Bermuda che lo serve in grandi caraffe. Un po’ ovunque troverete i preparati in polvere, nonostante il pack sia molto accattivante abbiamo evitato esperimenti casalinghi.
  • Mettete in valigia la “Black rum cake, specialità dolce dell’isola che regala grandi soddisfazioni.
  • Per tutto il resto ci sono i market place aperti fino alle 9pm durante i giorni feriali e alle 7pm durante il weekend. Una busta di insalata costa 7$, ma guardandovi intorno troverete verdure e frutta a prezzi più accessibili, nel nostro menù non mancavano mai verza, pomodori e banane. Ci siamo cimentati nella preparazione di creativi burritos con carne macinata e in spiaggia siamo dignitosamente sopravvissuti con sandwich a base di pastrami e cheddar. Non abbiamo invece mai rinunciato a dissetanti frozen drink di mango e ananas nelle poche spiagge attrezzate.

E se in Italia il concetto “spiaggia libera” fa discutere, a Bermuda invece è un must.
Resort a parte, le spiagge attrezzate sono giusto un paio, vi ritroverete perennemente in assolate calette semideserte! Niente palme né mangrovie regalano ombra, per stare fuori tutto il giorno è bene procurarsi un piccolo ombrellone. L’acqua è calda, il mare cristallino e la sabbia in estate ha una leggera nuance rosa che pare si accenda in inverno, risultato della polverizzazione di resti di conchiglie, coralli e molluschi. Ovunque è il posto giusto per un bagno, i bermudiani sono capaci di fermarsi anche sulla strada che li porta all’aeroporto!

Uno scatto nella riserva naturale di Cooper's Island. Foto on instagram @cketo

Uno scatto nella riserva naturale di Cooper’s Island.
Foto on instagram @cketo

Non vi resta che imbarcarvi, esplorare ogni minuscolo angolo di questo magico arcipelago e lasciarvi prendere dai ritmi rilassati. Contemplazione della natura, scorci paradisiaci, rane che cantano in una lingua sconosciuta, tartarughe marine e volatili dalla pancia colorata con zampe lunghissime vi faranno sentire davvero in vacanza, quella cosa dove ti fermi, ascolti il silenzio e inizi a farti strane domande.

2018-06-05T15:08:33+02:00