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Kento & the Voodoo Brothers, parte il “crowdfunding partecipativo”

Con questa speciale formula il pubblico per la prima volta diventa imprenditore del progetto

27 Settembre 2016

kento-ph-federico-chiesaROMA – Al via la campagna crowdfunding per il nuovo atteso album di Kento & the Voodoo Brothers, che vedrà la luce il prossimo novembre prodotto da daSud e distribuito da Goodfellas.

Kento & the Voodoo Brothers, la campagna di fundraising

A differenza delle normali campagne di fundraising i finanziatori che parteciperanno alle spese del nuovo album non riceveranno semplici omaggi come cd autografati o t-shirt. Chi si “impegnerà” diventerà un micro investitori del progetto. Si rischierà e si guadagnerà alla pari dei diretti interessati. Tutto grazie a Bandbackers. E’ questa una nuova piattaforma che finanzia i progetti musicali con il royalty crowdfunding. Chi deciderà d’investire sul progetto non solo sarà rimborsato di quanto investito, ma, condividerà gli utili del progetto finanziato. Un modello di economia partecipativa che evolve ancora una volta dalle dinamiche del mercato discografico. Un modo per accorciare le distanza tra pubblico e artista oltre, naturalmente, ai social.

Kento & the Voodoo Brothers, quando il rap sposa il blues

Un modello di economia partecipativa che evolve ancora una volta dalle dinamiche del mercato discografico e accorcia la distanza tra pubblico e artista. Kento & the Voodoo Brothers è la prima band italiana che ha unito il rap cantato al blues suonato. Consolidata la formazione con David Assuntino, Federico Camici, Alessio Magliocchetti Lombi, Flippo Schininà e Sergio de Felice sono pronti nuovamente a emozionare il pubblico. Grande attenzione alle tematiche sociali e un gusto maturo per le sonorità più calde dalla black music all’alternative rap.

Kento & the Voodoo Brothers, con un video la trasparenza

Ho scelto Bandbackers perché è un modo innovativo e interessante per far partecipare la comunità alla produzione di un disco”. Si stabilisce un contatto diretto tra la persona che fa musica e quelle che la supportano. “Si sente dire in giro molto spesso che le label tradizionali sono ormai un prodotto del passato. Bandbackers in questo senso potrebbe essere il futuro, anche più del classico crowdfunding. Mi interessa ancora più per la sua filosofia che per il ritorno economico”. “Sono molto contento anche che il progetto nasca da un’idea di ragazzi del nostro Sud.  Unitamente alla volontà dell’associazione antimafie daSud che ha voluto produrre e sostenere questo progetto, nel solco di una collaborazione consolidata”.

 

 

 

2016-09-27T13:00:40+02:00