ROMA – Vietato tenere i gatti in casa anzi, meglio sterminarli. Sarebbe questo, in sintesi, il contenuto della fatwa scagliata, da un comitato centrale dello Stato Islamico della città di Mosul, in Iraq, contro i felini domestici. Il condizionale è d’obbligo visto che la notizia non trova riscontro e, in rete, cominciano a circolare smentite e accuse di “bufala”.
La fatwa, una dispensa religiosa che sa di condanna a morte
La fatwa, giusto ricordare, è una dispensa attendibile, veritiera e vincolante emanata da un’autorità religiosa sciita. Tutti ricordano quella pronunciata nell’anno 1989 dall’Ayatollah Khomeinī contro lo scrittore indiano Salman Rushdie, ritenuto reo di sacrilegio verso la religione musulmana per il suo libro I versi satanici. In quel caso si trattò di una condanna a morte in contumacia.
Fatwa Isis sui gatti
La notizia della “scomunica” ai danni dei felini arriva dall’emittente irachena Al Sumaria. Stando alla tv «l’organizzazione ha emesso una fatwa contro la presenza dei gatti all’interno delle case di Mosul». Ai cittadini proprietari dei gatti consigliato di non ostacolare il “lavoro” dei soldati del Califfato. Per questi ultimi la missione di individuare gli animali ed eliminarli. Secondo la fatwa i gatti «contro la visione, l’ideologia e le credenze» jihadiste. Da qui il divieto di ospitare, allevare e fraternizzare con i gatti.
Fatwa contro i gatti, probabile bufala
I gatti sono, a differenza dei cani, considerati dall’Islam animali puri e benedetti. Stupisce quindi e non poco, la notizia circolata in queste ore su una loro “condanna” da parte delle autorità religiose. Inoltre, sono moltissime le foto che ritraggono i militari del Califfato in atteggiamenti affettuoso proprio con i casalinghi felini. I gatti sono gli animali preferiti da postare sui social network e da questa constatazione nasce l’idea strategica dell’Isis di umanizzare i suoi uomini fotografandoli proprio con i gattini. Il quotidiano Il Sole 24 Ore riporta anche le dichiarazioni dello scrittore algerino naturalizzato italiano, Tahar Lamri. Stando all’intellettuale la notizia arriva da <<Al-Sumaria’, nota per le sue bufale sull’Isis. Questa emittente e’ stata fondata da, fra gli altri, Amjad Iskander – ne e’ anche il direttore – un libanese conosciuto in Libano per essere uno dei capi dei falangisti di Samir Geagea, quello del massacro di Sabra e Shatila. Dire ‘bufala’ in questo caso e’ proprio un eufemismo>>.
I gatti e l’Islam, un amore che corre fino a Maometto
Due gli episodi raccontati nella tradizione e che vedono protagonista il Profeta e la sua gatta. Una leggenda narra che Muezza, questo il nome della gatta di Maometto, un giorno salvò il suo “padrone” dall’attacco di un temibile serpente. Nell’altro episodio si narra che la gattina si addormentò sulla veste di Maometto e questi, quando giunse l’ora della preghiera, preferì tagliare la stoffa del vestito pur di non svegliarla.