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A Palermo si chiudono i lavori della tre giorni di Erasmus +

Si chiude il seminario dedicato all’educazione degli adulti su intercultura e dialogo intergenerazionale

15 Ottobre 2016

erasmus + a palermoROMA – L’insegnamento della lingua attraverso la multimedialità, l’arte come strumento di inclusione ma anche un aiuto concreto nello sviluppo di “abilità imprenditoriali”, che aiutino i migranti e i rifugiati a trovare un loro spazio nei Paesi ospitanti diventando, da “problema”, una risorsa per l’Europa.

Sono solo alcune delle idee raccolte dai partecipanti del seminario di contatto Erasmus + nella tre giorni di Palermo dedicata all’educazione degli adulti su intercultura e dialogo intergenerazionale: i progetti elaborati dai gruppi di lavoro che hanno visto impegnati, da giovedì scorso, una cinquantina fra insegnanti, operatori sociali, educatori e formatori di diversi Paesi europei, sono stati cinque. Tutti con un unico obiettivo: quello di arrivare ad elaborare risposte più efficaci all’ondata migratoria che in questi anni sta mettendo in seria difficoltà i governi europei e la loro ‘tenuta’ sociale.

Le partnership internazionali delineate a Palermo in questi giorni, se i rispettivi progetti passeranno il vaglio del bando Erasmus + 2017, cercheranno di affrontare il fenomeno in maniera condivisa grazie anche alle nuove tecnologie e a piattaforme telematiche come Epale, della Commissione Europea. Fra le idee più innovative emerse nella tre giorni siciliana c’è “Blooming People”, un progetto che coinvolgerà ben sette Paesi (Grecia, Estonia, Belgio, Germania, Macedonia e Polonia, sotto il coordinamento italiano) che mira a rendere migranti e rifugiati “imprenditori di se stessi”, aiutandoli a sviluppare un proprio progetto di vita nel Paese di arrivo.

“Ci sono ormai molte ricerche che affermano che i migranti dimostrano un’elevata capacità di creare nuovi business- spiega Clelia Bartoli, relatrice di “Blooming People” -il problema è che spesso i rifugiati ricevono assistenza per un certo periodo, ma le istituzioni non sono poi in grado di offrire loro progetti più a lungo termine”. Con la costosa conseguenza di rendere troppo presto insostenibile, per la comunità ospitante, il peso dell’accoglienza. Questo, come gli altri quattro progetti usciti dal seminario organizzato da Erasmus + – Indire, dovranno essere strutturati e presentati al prossimo bando 2017, la cui pubblicazione è prevista per ottobre (per sottoporre i propri progetti ci sarà invece tempo fino a marzo-aprile).

La coordinatrice dell’agenzia italiana Sara Pagliai, soddisfatta della riuscita dell’evento al San Paolo Palace Hotel di Palermo, motiva i “suoi” con qualche dato: il 10% dei fondi totali stanziati dalla Commissione Europea per il programma Erasmus + premia progetti italiani, “ma è anche vero che l’Italia è il Paese che ne presenta di più”. Negli ultimi tre anni ne sono stati finanziati ben 65, di cui 28 nel solo 2016. Per questi ultimi sono stati spesi 4,6 milioni, cui si aggiungono circa 620 mila euro spesi per mandare in trasferta gli staff impegnati nei partenariati.

2017-05-09T14:35:54+02:00