ROMA – Continua il viaggio di diregiovani.it tra gli studenti dell’Istituto Comprensivo ‘S. Chindemi’ di Siracusa impegnati nel progetto ‘Narrazioni collettive a colori’ all’interno dei percorsi di educazione alla legalità ‘Dalla memoria all’impegno’ promossi dalla Fondazione Giovanni e Francesca Falcone.
I ‘cunti’ dei bambini
Dopo la puntata introduttiva ‘Via Algeri nel cuore’ il racconto prosegue con ‘Storia di Giulia e della sua goccia’. Le voci di Alberto Nicolino e Igor Scalisi Palminteri del collettivo Senzasuola, di cui fa parte anche Cristina Alga, parleranno dei dettagli di un’iniziativa ispirata ai Ballarò Tales, i ‘cunti’ di bambini e adulti dello storico quartiere di Palermo trasformati in storie e murales che decoreranno il cuore popolare del capoluogo siciliano. Un progetto di riqualificazione intercettato da Salvatore Benintende della fondazione Falcone e adattato ad una scuola problematica della periferia di Siracusa per la seconda fase del progetto, che dopo un lavoro sui luoghi della memoria e la storia delle vittime delle mafie prevede un concreto atto di impegno, la riqualificazione di un’aula vandalizzata della scuola attraverso i disegni dei bambini.
Storia di Giulia e della sua goccia
Realtà e immaginazione sono ingredienti fondamentali per costruire storie. Alberto lo sa bene. Per costruire la storia di Giulia e della sua goccia ha dedicato tempo alla realtà. Ha ascoltato le voci del quartiere periferico della Mazzarruna e della comunità scolastica di Via Algeri. La fantasia, narrata ai ragazzi con l’accompagnamento dei rumori e dei suoni di una tammorra senza cimbali, ha fatto il resto, restituendo agli studenti del Chindemi e agli abitanti di Via Algeri la possibilità di immaginare una scuola e, perché no, un quartiere diverso, più bello, più colorato, più giusto e a misura di bambino.
Il mondo di Giulia è grigio, pieno di cemento e immondizia. Giulia ha occhi grandi e pieni di tutte le urla, i giochi e le energie dei bambini. Giulia ha orecchie per ascoltare i discorsi dei genitori sulle sue scarpe nuove che non arriveranno perché lu travagghiu finiu pi ora.
Giulia si gira verso la finestra aperta. Guarda le stelle, e nel cielo vede un piccolo falco.
Il falco scende e si posa sul davanzale.
“Ciao Giulia” Dice il falchetto
“Ciao, chi sei?”
“Sono qui per darti una cosa importante”. E le mostra una minuscola boccettina di vetro.
“È una goccia – dice il falchetto – È la sorgente della vita. L’origine di tutte le cose. E tu la devi proteggere”
I mostri hanno un nome, i cementuomini
Il mondo di Giulia è popolato di esseri mostruosi, i cementuomini, che si cibano di esseri viventi e riempiono le strade di cemento e immondizia. La città e il quartiere diventano sempre più grigi e sporchi, mentre Giulia continua a custodire l’origine dei suoni e della vita, con occhi sempre più piccoli. Nel mondo di Giulia, poi, ci sono due ragazzi, Munnizza e Caccamoscia, che si passano un occhio in due e si divertono a distruggere la scuola.
Lo zaino di Giulia cade per terra, dallo zaino esce l’astuccio, dall’astuccio esce la boccettina che rotola e si rompe. E la goccia….pliff si perde tra una mattonella e l’altra del pavimento.
“Nooooo” Urla Giulia
In quel preciso momento tutto diventa di cemento
I tavoli della scuola, le sedie, anche i vetri. Giulia corre fuori dalla scuola: anche i prati sono di cemento, e gli alberi, e gli uccelli, le stelle nel cielo, le nuvole, il vento, perfino le gocce di rugiada. Giulia si affretta verso il mare, lo guarda… ed è una immensa distesa grigia e immobile.
La goccia è caduta, tutto è diventato di cemento, ma da Giulia torna il falco.
“Cosa devo fare?” Chiede Giulia piangendo
“Dovrai superare tre prove. Se ce la farai libererai il quartiere, altrimenti tutto è perduto”
“Quali prove?”
Dovrai passare tre notti dentro la scuola. Da sola. Dovrai immaginare il mondo per come ti piace e dovrai dipingerlo. Dovrai dipingere senza farti distrarre da quello che avverrà attorno a te. Vedrai cose terribili ma non dovrai mai smettere di immaginare”…
Gli studenti del Chindemi hanno immaginato
Gli studenti del Chindemi hanno immaginato. Hanno disegnato palazzi grigi e tanta spazzatura, ma anche alberi, parchi, cani che corrono, mercati ricchi e rumorosi, boccettine di vetro con dentro l’universo, Giulia che si teneva per mano con i suoi genitori. C’era questo nei loro disegni, ma soprattutto c’era tanto colore. E mentre coloravano con i pennarelli in mano cantavano insieme a IgorIcaro le canzoni della tradizione popolare meridionale e i motivi neomelodici che ascoltano a casa e per la strada.
Bum bum bum, batte questo cuore, bum bum bum, batte per amore…