ROMA – Bella di giorno, bella di sera. La Vecchia Signora sbanca Siviglia, accede matematicamente agli ottavi e, fra quindici giorni in casa contro la Dinamo Zagabria potrà, vincendo, tagliare il traguardo da prima in classifica, che vuol dire migliore sorteggio.
Si complica, e di molto, il girone del Napoli. Gli azzurri non vanno oltre lo zero a zero contro la Dinamo Kiev, ultima in graduatoria. Per la qualificazione è tutto rimandato all’ultima gara in casa del Benfica, che vorrà vincere per qualificarsi da prima della classe. Se dovesse andare così, e congiuntamente il Besiktas riuscisse a battere la Dinamo Kiev in Ucraina (ipotesi assai probabile), per Sarri & Co. si passerebbe da una qualificazione che sembrava cosa fatta alla “retrocessione” in Europa League. Ripercorriamo quanto accaduto nei nostri riassunti.
SIVIGLIA-JUVENTUS= 1-3
Cominciata male con l’infame aggressione ai danni di alcuni tifosi juventini in un pub di Siviglia da parte di frange estreme della tifoseria andalusa, finita splendidamente con la squadra a saltare, mano nella mano, sotto lo spicchio dei supporters bianconeri. Eccola, in sintesi, la toccata e fuga della Juventus in quel di Siviglia. Il campo ha detto che la Juventus è la prima forza del girone, che regge l’urto del “Pizjuan”, che nonostante vada sotto dopo nemmeno dieci minuti, ha la forza, il collettivo, ma soprattutto la mentalità utile e necessaria a piegarsi ma non a spezzarsi.
Allegri lo aveva detto e lo ha ripetuto che “il toro va colpito dopo averlo fatto stancare”: e così è stato. Dal vantaggio biancorosso in poi, è stato un crescendo di tattica ed esperienza, con la convinzione di poter modificare il risultato.
Ci ha messo del suo anche il Siviglia, rimasto in dieci per l’espulsione dell’ex palermitano Vazquez (doppio giallo) e senza allenatore per l’allontanamento di Sampaoli ad inizio ripresa. Marchisio su rigore, Bonucci e Mandzukic i marcatori di giornata, e il Siviglia è dimenticato. Ora, l’ultimo tassello: vincere in casa contro la cenerentola Dinamo Zagabria (zero punti). Fatto questo, la parola “Milano” potrà essere nuovamente pronunciata. Chiaramente sottovoce.
NAPOLI-DINAMO KIEV= 0-0
La serata che non ti aspetti. Il Napoli che non abbatte le resistenze della Dinamo Kiev, ultima e in gita premio all’ombra del Vesuvio, il Benfica che in vantaggio al 45’ per tre a zero in casa del Besiktas, si fa rimontare le tre reti e quasi rischia la quarta. Povero Napoli, senza idee e senza fortuna.
Ora il destino degli azzurri in Champions è esclusivamente nelle mani di Sarri e dei suoi giocatori, apparsi in netta difficoltà contro un avversario che male davvero non poteva fare. Servirà raccogliere almeno un punto nell’ultima, delicata trasferta in quel di Lisbona (negli scontri diretti gli azzurri sono in vantaggio sui lusitani dopo il 4-2 dell’andata, ndr); in caso di sconfitta, i partenopei dovranno sperare in un favore della stessa Dinamo che, ormai fuori da tutto, chiude ospitando i turchi del Besiktas, veri insidiatori del piazzamento europeo del Napoli.
Fare i conti sui risultati degli altri non è modo da buoni allenatori. E siccome Sarri è un buon tecnico, nemmeno gli sarà balenata l’idea di aspettarsi favori altrui. Quello che preoccupa il tecnico toscano si chiama “mancanza di continuità” o “rendimento incostante”: trovare la cura proprio facile non è. Bisogna provarci, però, perché da perdere c’è moltissimo: la lotta scudetto e un posto Champions sono un patrimonio che il Napoli non può sciupare.