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L’importanza del gioco: per il bambino, per la coppia genitore-bambino, per l’adulto

Il gioco è, per Winnicott, il noto pediatra e psicoanalista inglese, sempre un'esperienza creativa

“Gioco è l’arte, gioco è magia, gioco è la scoperta, gioco può diventare addirittura la nostra vita. Saper giocare, saper diventare bambino con il gioco, è fondamentale per l’adulto. È l’arma segreta che la sottrae alla tragedia della vita e gli permette di ridere, di scherzare, di deridere la vita e i suoi drammi.”

ROMA – Il gioco è, per Winnicott, il noto pediatra e psicoanalista inglese, sempre un’esperienza creativa. La capacità di giocare in maniera creativa permette al soggetto di esprimere l’intero potenziale della propria personalità, “grazie alla sospensione del giudizio di verità sul mondo, a una tregua dal faticoso e doloroso processo di distinzione tra sé, i propri desideri, e la realtà, le sue frustrazioni” . In questo modo, attraverso un atteggiamento ludico verso il mondo, in un’area neutra e intermedia tra il soggettivo e l’oggettivo, può comparire l’atto creativo, che permette al soggetto di trovare se stesso, di essere a contatto con il nucleo del proprio Sé.

Il gioco costituisce l’attività principale della vita di ogni bambino. Cos’è il gioco? È la simulazione della realtà, nasce dall’esigenza del bambino di trasformare la stessa attraverso le proprie azioni, di sentire la propria influenza sull’ambiente circostante, e non più solo sulla figura materna, che risponde con prontezza ad ogni sua richiesta. Il bambino non è ancora in grado di dominare l’ambiente, nè di sopravvivere nella vita reale senza il sostegno di un adulto. Per cui si crea una realtà alternativa, attenuata, innocua, in cui potersi muovere liberamente, senza rischi. Per il bambino il gioco non è finzione, è realtà, è l’unica realtà in cui è lui a stabilire le regole, a dominare.

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I bambini apprezzano sia l’aspetto emotivo che quello fisico dell’esperienza del gioco. Fornendo loro materiali e idee, possiamo aiutarli a creare giochi sempre più elaborati, tenendo presente che i bambini sono perfettamente capaci di autorganizzarsi. Giocando il bambino scopre che i suoi impulsi possono essere scaricati nell’ambiente senza conseguenze devastanti. Questa capacità si sviluppa gradulamente nel bambino, a condizione che i genitori non ignorino il contributo sociale derivante dall’espressione dei sentimenti aggressivi nel gioco e non nei momenti di rabbia. L’attività ludica aiuta il bambino ad ampliare la propria esperienza e rappresenta un aspetto importante della sua esistenza. Mentre l’adulto può contare sulla ricchezza delle sue esperienze interiori ed esterne, il bambino ha a dsiposizione il gioco e la fantasia. Così come la personalità dell’adulto si arricchisce grazie alle sue esperienze di vita, quella del bambino si sviluppa attraverso i giochi che inventa lui stesso o che vede fare ad altri bambini e agli adulti.

Giocando il bambino espande gradualmente la sua capacità di cogliere la ricchezza del mondo esterno, esprimendo la sua creatività e vitalità. Inizialmente i bambini lo fanno da soli oppure con il caregiver. È con il gioco che il bambino inizia a rendersi conto dell’esistenza degli altri stabilendo e sviluppando con essi reazioni emotive. Inoltre, il gioco contribuisce all’integrazione della personalità ed, infine, permette al bambino di stabilire un collegamento tra il mondo interiore e la realtà esterna condivisa.

Il processo di scoperta che si attiva attraverso il gioco, passa attraverso i sensi, che iniziano a svilupparsi grazie agli stimoli che il mondo esterno offre al bambino. Pertanto ai genitori si consiglia di ritrovare il proprio “puer interno” e di sedersi a terra a giocare con i propri figli. Questo ha effetti positivi sulla relazione in primis, sulle strategie cognitive della mente in divenire, sulla corporeità, il coordinamento, (che influenzano, a loro volta, gli apprendimenti), sulla socialità e la condivisione, perchè quanto sperimentato in casa verrà riproposto all’esterno con i pari.

Il gioco è fondamentalmente uno strumento di scoperta, di sperimentazione del mondo esterno, inizialmente costituito da un’unica figura, la figura di attaccamento primaria. È fondamentale che anche gli adulti di riferimento non abbiano perso la capacità di giocare, non solo col prorpio bambino. Non bisogna dimenticare che il gioco costituisce anche per gli adulti la possibilità di sperimentare sè alternativi, di evadere dalla realtà, di rappresentarsi scenari possibli e costruire mondi fantastici e visionari in cui scoprire nuovi aspetti di sè e degli altri.

Equipe IdO

2018-06-05T17:15:48+02:00