Essere informati è un diritto. Essere disinformati è un pericolo. #BastaBufale
ROMA – Parte dalle scuole l’iniziativa del Presidente della Camera Laura Boldrini, con il lancio di #BastaBufale, campagna per tutelare e tutelarsi dalle cosiddette “fake news”.
“Essere informati correttamente è un diritto. Essere disinformati è un pericolo” recita lo slogan dell’appello, i cui testimonial sono volti noti dello showbiz.
L’appello di Boldrini: #BastaBufale
“Ho deciso di lanciare questo appello perché ritengo che il web sia un importante strumento di conoscenza e democrazia – si legge nell’appello – Ma spesso anche luogo di operazioni spregiudicate, facilitate dalla tendenza delle persone a prediligere informazioni che confermino le proprie idee. In rete sono nati fenomeni nuovi, come le fabbriche di bufale a scopo commerciale o di propaganda politica e certo giornalismo ‘acchiappaclick’, più interessato a incrementare il numero dei lettori anziché a curare l’attendibilità delle fonti”.
Ma quando si tratta di fake news, il confine tra goliardia e danno reale è quasi inesistente.
“Le bufale creano confusione, seminano paure e odio e inquinano irrimediabilmente il dibattito. Le bufale non sono innocue goliardate. Le bufale possono provocare danni reali alle persone, come si è visto anche nel caso dei vaccini pediatrici, delle terapie mediche improvvisate o delle truffe online”.
Non è censura, ma responsabilità.
“È necessario mobilitarsi, ciascuno di noi deve fare qualcosa per contrastare la disinformazione e contribuire a tutelare la libertà del web e la dignità di chi utilizza questo spazio che offre enormi opportunità culturali, relazionali ed economiche. Non si tratta né di bavagli né di censure. Si tratta di reagire e affrontare un problema che ci riguarda tutti”.
E tutti devono collaborare, partendo dalle scuole.
“La scuola e l’università, che sono il motore primo per creare gli anticorpi necessari a contrastare la disinformazione, devono farsi protagoniste di un’azione culturale che tenda a sviluppare l’uso consapevole di Internet. Insegnare a usare gli strumenti logici e informatici per distinguere tra fonti affidabili o meno dovrebbe essere una priorità del sistema educativo, nell’obiettivo di sviluppare senso critico e cultura della verifica”.
Sono chiamate in causa anche le aziende e le loro inserzioni pubblicitarie, i protagonisti del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo, ma soprattutto media e social network.
“In questo momento è di primaria importanza che i giornalisti e gli operatori dell’informazione aumentino lo sforzo del fact checking, del debunking – l’attività che consente di smascherare le bufale – e della verifica delle fonti.
I social network dovrebbero assumersi le loro responsabilità di media company e indirizzare le loro politiche verso una maggiore trasparenza. Per contrastare fake news e discorsi d’odio è essenziale incrementare la collaborazione con le istituzioni e le testate giornalistiche, così come un maggiore investimento in risorse umane e tecnologie adeguate a fronteggiare il problema”.
Testimonial della campagna Francesco Totti, Fiorello, Ferzan Ozpetek, Gianni Morandi, Carlo Verdone, Claudio Amendola, Marc Augé e Limes Lucio Caracciolo.