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Nasa: scoperte tracce di materiale organico su Cerere grazie a VIR

Materiale organico su Cerere. L’importanza di questa scoperta è data dal fatto che la superficie di Cerere è particolarmente ricca di fillosilicati e ghiaccio d’acqua

17 Febbraio 2017

materiale organico su Cerere

Cerere, scoperto nel 1801 da Giuseppe Piazza, è l’oggetto più grande tra quelli che popolano la cintura degli asteroidi. Le domande a cui gli scienziati cercano di rispondere sono legate alla quantità di acqua che lo compongono e, soprattutto, se un tempo il pianeta nano è stato abitabile.

Sulla superficie del pianeta nano Cerere sono state individuate per la prima volta in modo inequivocabile tracce di materiale organico, in gran parte costituito da composti alifatici. La scoperta è stata realizzata da un team di ricercatori coordinati da Maria Cristina De Sanctis dell’Inaf grazie alle osservazioni dello spettrometro italiano VIR a bordo della missione spaziale Dawn della Nasa.


Immagine composita migliorata ottenuta dalle riprese dello spettrometro VIR nelle lunghezze d’onda di 1.7, 2 e 3.4 micrometri, che mostra la distribuzione di materiale organico (in rosa) nella zona del cratere Ernutet. Crediti: NASA/JPL-Caltech/UCLA/INAF/ASI


Al lungo viaggio di Dawn l’Italia ha partecipato in prima linea, con lo spettrometro a immagine VIR-MS (Visible and Infrared Mapping Spectrometer) fornito da ASI e realizzato da Finmeccanica- Selex ES con la guida scientifica dell’INAF-IAPS.


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“VIR è uno strumento che opera nel visibile e nell’infrarosso per il quale l’Italia possiede una leadership scientifica ed industriale riconosciuta a livello internazionale. Questa tipologia di strumento è stata impiegata con successo su altre missioni di esplorazione del Sistema solare tra le quali Cassini, Rosetta e Venus Express e ha fornito dati fondamentali per lo studio dei corpi celesti osservati e per la comprensione della loro origine”. [Barbara Negri – Responsabile di Osservazione dell’Universo dell’Agenzia Spaziale Italiana]


 Maria Cristina De Sanctis al Tg2 – Scoperte molecole organiche sull’asteroide più grande del nostro sistema solare


Mai prima d’ora avevamo avuto un’evidenza così marcata della presenza di molecole organiche alifatiche su un corpo celeste oltre la Terra da dati di missioni spaziali” Maria Cristina De Sanctis, prima autrice dell’articolo che descrive la scoperta, pubblicato nell’ultimo numero della rivista Science. “Per questo la scoperta è importante: il nostro gruppo, che vede coinvolti molti colleghi dell’Inaf, ha scoperto in modo inequivocabile su una ampia area della superficie di Cerere, pari a circa mille chilometri quadrati, la presenza di materiale organico. Tali composti possono essere considerati i “mattoni” che costituiscono molecole legate a processi biologici“.

Il materiale organico è stato individuato in una ampia regione di Cerere in prossimità del cratere Ernutet. Il materiale è distribuito in gran parte vicino al cratere, ma anche in piccole aree più distanti. Le osservazioni dello spettrometro VIR sono state condotte durante una serie di sorvoli nei quali la sonda Dawn si è trovata ad altezze comprese tra 4300 e 385 chilometri dalla superficie.



Secondo i ricercatori, due sono le possibili cause della notevole concentrazione di materiale organico rinvenuto nella regione del cratere Ernutet: l’impatto sulla superficie di Cerere di un corpo celeste ricco di tali composti, oppure la formazione di molecole organiche direttamente sul pianeta nano. Gli scienziati, pur non escludendo del tutto il primo scenario, propendono per il secondo, secondo il quale i composti rinvenuti sarebbero il risultato di processi chimici innescati da attività idrotermale.

Il gruppo di ricercatori dell’INAF presso l’IAPS (Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali) di Roma che compongono il “Team Dawn”. Da sinistra: Andrea Longobardo, Michelangelo Formisano, Francesca Zambon, Mauro Ciarniello, Teresa Capria, Marco Giardino, Andrea Raponi, Fabrizio Capaccioni, Maria Cristina De Sanctis, Gianfranco Magni, Alessandro Frigeri e Federico Tosi. Crediti: Elisa Nichelli / Media INAF


L’importanza di questa scoperta è data dal fatto che la superficie di Cerere è particolarmente ricca di fillosilicati – sostanzialmente argille -, composti ammoniati e anche ghiaccio d’acqua in abbondanza» aggiunge De Sanctis. «Non solo: in una zona del pianeta nano è stata riscontrata la più consistente distribuzione di carbonati al di fuori della Terra. Tutte caratteristiche che creano un ambiente favorevole a sostenere il possibile sviluppo di una chimica prebiotica su Cerere”.

2018-06-05T17:15:05+02:00