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Emergenza codice rosa, il percorso all’Umberto I di Roma dedicato alle donne vittime di violenza

Visini: "In questi anni abbiamo lavorato tantissimo per integrare la rete antiviolenza con sportelli, centri e case rifugio"

Roma – Si chiama Ecr, Emergenza codice rosa, ed e’ un percorso all’interno del Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma dedicato alle donne vittime di violenza: operativo dal 2008 ha accolto, negli ultimi 4 anni, 348 donne. Un numero che, come ha ricordato Domenico Alessio, direttore generale del Policlinico Umberto I, rappresenta le donne che hanno avuto il coraggio di chiedere aiuto per uscire da una situazione violenta, anche se forse un numero maggiore di loro si nasconde nel silenzio. L’occasione per discutere di questo e di molto altro, e’ stato il convegno presso l’aula magna di Odontoiatria del Policlinico Umberto I, dal titolo ‘Violenza contro le donne: Il codice rosa buona pratica di integrazione socio sanitaria’, organizzato dall’associazione Differenza Donna guidata dalla presidente Elisa D’Ercoli.

La capacita’ di intercettare situazioni di violenza domestica non dichiarate ha permesso una massiccia emersione del fenomeno. Le donne che hanno scelto di proseguire nel percorso presso gli spazi Codice Rosa sono state 297, di eta’ compresa fra i 22 e i 65 anni, prevalentemente italiane e solo nel 17% dei casi straniere. C’e’ ancora molto su cui lavorare, ma per riuscire a raggiungere tutti gli obiettivi ci vuole una collaborazione da parte di tutti gli enti impegnati, come ha sottolineato l’assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio, Rita Visini: “In questi 4 anni abbiamo lavorato tantissimo per integrare la rete antiviolenza. Per fare un esempio: in due province non avevamo alcun servizio di accoglienza per le donne vittime di violenza. Abbiamo implementato questa rete e oggi in ogni provincia della regione abbiamo sportelli, centri e case rifugio. Ad oggi- ha aggiunto la Visini- noi abbiamo un bando aperto per 11 nuove strutture, 8 centri e 3 case rifugio, assumendoci anche l’onere e la responsabilita’ di alcuni centri dell’ex provincia di Roma che rischiavano di chiudere. L’impegno e’ quello di impostare le politiche di contrasto alla violenza di genere come politiche integrate, intese come una risposta integrata ai bisogni che sono diversi per ogni vittima. Significa lavorare insieme non piu’ a compartimenti stagni, ma mettere insieme le politiche sanitarie, sociali, per la casa e per il lavoro, per la formazione. Ma anche cercare di dare un’unica risposta ai tanti bisogni di una donna che vive questo dramma. Oggi si presenta il percorso del codice rosa che mi sembra essere una delle buone pratiche presenti in questa regione: credo che sia una pratica che possa diventare standard in tutta la regione- ha concluso Visini- anche perche’ questo ci garantisce che tutte le donne di questa regione possano avere un servizio uguale in ogni punto del nostro territorio”.

2017-05-10T12:25:38+02:00