Roma – Mercoledì 12 aprile alle ore 17.30 si conclude con “Love is all. Piergiorgio Welby, autoritratto” il ciclo di proiezioni dedicate al documentario italiano dell’ultima stagione cinematografica curato da Maurizio Di Rienzo e ospitato dal primo marzo scorso dalla Casa del Cinema. La rassegna ha permesso di conoscere o approfondire le storie interessanti di personaggi noti (il ribelle Lou Castel in A pugni chiusi, la giornalista di moda Franca Sozzani nel doc Franca: chaos & creation) e sconosciuti (l’ergastolano redento di Ero malerba, il ragazzo abbandonato in cerca del padre di Saro), e termina con la proiezione del documentario dedicato a Welby diretto da Livia Giunti & Francesco Andreotti, in replica anche sabato 15 aprile.
L’immagine di un uomo inerte a letto, attaccato al respiratore polmonare che con una voce sintetica chiedeva al Presidente della Repubblica di poter morire, entrò nelle case degli italiani nel settembre del 2006. Pochi mesi dopo quell’uomo, inascoltato dalla politica e dalla giustizia, decise di sottrarsi all’atroce sofferenza della vita con l’aiuto dei familiari e degli attivisti radicali. Sono passati quasi dieci anni dall’irruzione nei palinsesti di quell’immagine e sebbene nel nostro paese il dibattito sulle questioni del fine vita non abbia fatto sostanziali progressi, quell’immagine è divenuta l’icona della lotta per i diritti civili e per l’autodeterminazione dei cittadini.
Il film racconta la storia dell’uomo che si cela dietro all’icona Welby e lo fa attraverso gli scritti, le narrazioni, le poesie, i dipinti e le sperimentazioni fotografiche da lui prodotte. La pluralità delle linee narrative e la molteplicità dei linguaggi costituiscono la strumentazione essenziale attraverso cui lo spettatore entra in contatto con l’atroce malattia dell’uomo e con la sua volontà di non lasciarsi imprigionare da essa.
L’accesso in sala è garantito fino ad esaurimento posti
CASA DEL CINEMA
Largo Marcello Mastroianni, 1
060608 www.casadelcinema.it
